del M° Julius Kalmar
Un giorno a Toscanini fu chiesto: «Maestro, chi è per Lei il più grande compositore di opere liriche?» La risposta fu pronta: «Sono due,Verdi e Wagner».
Senza dubbio l’Ottocento fu influenzato fondamentalmente da questi due compositori. Dopo Monteverdi l’opera in Italia si era sviluppata in opera seria e buffa (fatta di arie, duetti, terzetti, finali) per culminare nel “belcanto”. In Germania invece era nato il Singspiel (commedia musicale) simile all’opera italiana, ma con recitativi parlati e melodramma orchestrale. In Italia, dopo il belcanto, Verdi. Verdi era un uomo amante del canto, dei cantanti, del pubblico, con un forte senso di appartenenza alla sua terra. Il suo grande problema erano però i librettisti, purtroppo mediocri e incapaci di soddisfare le sue esigenze, le sue idee visionarie, i suoi ideali musicali e drammaturgici. Dovette aspettare più di 40 anni (quaranta!) prima di incontrare il librettista giusto, Arrigo Boito, geniale poeta, drammaturgo e compositore. Personalmente trovo i libretti di Otello e di Falstaff più riusciti di quelli di Shakespeare! Tramite Boito, Verdi riesce a liberarsi dallo schema dell’opera tradizionale e a percorrere nuove vie.
Ma torniamo in Germania. Come Verdi, anche Wagner non proveniva da una famiglia di musicisti. In casa Bach si faceva musica da 100 anni, Leopold Mozart era un’istituzione musicale.Verdi e Wagner dovettero invece intraprendere da soli la via faticosa dello studio. Wagner cominciò a studiare la mitologia greca, romana e quella germanica del nord. Dallo studio del buddismo e della filosofia di Schopenhauer e di Nietzsche trasse poi idee, ispirazioni, riflessioni che troviamo in molte sue opere (Lohengrin, Tristan e Parsifal, ad esempio). Wagner era un uomo politico, un critico, un ribelle, in lotta contro le usanze e le regole rigide del suo tempo.
La domanda del socialista francese Proudhon: “Cos’è la proprietà?” e la risposta: “Spesso il risultato d’un furto o d’un delitto” diventa il filo conduttore del Ring (Der Ring des Nibelungen). Sebbene impiegato dello Stato, Wagner partecipa alla rivolta di Dresda del 1848. Ricercato dalla polizia deve fuggire all’estero. Influenzato da Proudhon (stranamente i primi socialisti francesi sono stati spesso antisemiti) e da diverse esperienze personali, Wagner scrive nel 1850 il trattato Il giudaismo nella musica, motivo per cui alcuni lo accusarono di essere un nazista. Ovviamente è un nonsense, essendo Wagner morto nel 1883 e Hitler nato nel 1889, ma in ogni caso Wagner sicuramente è stato un antisemita.
Dalla triste esperienza di Verdi con i librettisti, Wagner impara e decide di scrivere lui stesso i propri libretti, usando un linguaggio mutuato da Goethe, Schiller, Herder, von Kleist, E.T.A. Hoffmann, cioè romantico. Wagner è quindi il primo librettista e compositore. Sente il bisogno di un altro tipo di Opera, rifiuta le idee del Singspiel tedesco, e del Grand Opéra francese. Nasce così l’opera d’arte “totale” (Gesamtkunstwerk). L’idea era quella di includere nel concetto di teatro anche altre arti, come la scenografia, le luci, la regia. Si preoccupa anche di costruire un teatro tutto suo, con un’acustica speciale e perfetta per la sua musica. Nasce il teatro di Bayreuth, finora ineguagliabile. In nessuna parte del mondo nessuno ha avuto il coraggio di costruirne uno simile, nemmeno in Germania e Austria dopo la guerra, allorché il 90% dei teatri furono bombardati ed erano rovine!
Wagner espose le proprie idee sul suo concetto di teatro nel libro Opera und Drama (Opera e Dramma).
Ma vediamo alcune caratteristiche dell’opera di Wagner che danno un’idea del suo genio e della sua complessità come intellettuale, oltre che compositore :
- I libretti di Wagner contengono elementi tratti dalla mitologia, dalle saghe, dalla storia, oppure dalla filosofia.
- Il binomio recitativo-aria viene sostituito da un canto declamato, da una “melodia infinita”.
- Nasce il Leitmotiv (motivo dominante, evidente l’ammirazione per Bach e Beethoven) per sottolineare ogni tipo di espressione ed emozione, un personaggio, un oggetto, un elemento della natura. Nelle pagine iniziali delle riduzioni per pianoforte si può trovare un catalogo dei Leitmotiv dell’opera.
- L’orchestra riveste una nuova funzione. In Verdi accompagna i cantanti e il coro, sottolineando cosa succede sul palco, in Wagner assume, come nel teatro greco, il ruolo del Coro, fa commenti, partecipa come parte attiva della drammaturgia.
- Nuove idee riguardano la scrittura per orchestra: ad esempio, Bach sappiamo che l’oboe è lo strumento della tristezza, del dolore. Verdi affida questo ruolo al corno inglese. Wagner trova il suo colore nel clarinetto basso. Un ruolo importante riveste l’ arpa (Wagner arriva a usarne ben 6 insieme). I corni e gli ottoni vengono trattati come un quartetto d’archi. A proposito di quartetto d’archi: nel 1845 nella ouverture di Tannhäuser Wagner scrive 25 misure per violini divisi a 8. Lohengrin (1850) comincia con 18 misure in un tempo lento e in una posizione molto acuta e difficilissima da intonare per i violini, che suonano anche qui divisi a 8. L’effetto è strepitoso, sembra una musica delle sfere, non terrestre. Riguardo ancora l’orchestra e le difficoltà esecutive, è da dire che in tutti i concorsi per un posto in orchestra Wagner è d’obbligo, e questo vale per tutti gli strumenti, dal flauto al contrabbasso.
- Anche l’armonia prende nuove vie: dall’idea di Beethoven nell’ Eroica col famoso accordo la-do—mi-fa (una dissonanza accettata come sixte ajoutée), Wagner sviluppa l’idea ardita di usare una dissonanza come consonanza. L’ha fatto anche in scultura Michelangelo con la Pietà Bandini, “storta” di circa 15 gradi, per dare quasi un senso di rotazione alla statua. Anche Puccini utilizzò ampiamente la dissonanza con funzione di consonanza. Un grande mistero accompagna il famoso “accordo del Tristano” nella seconda misura del preludio. Dal 1865 a oggi nessun insegnante di armonia è stato in grado di catalogarlo.
È per tutti questi motivi che, indipendentemente dal fatto che voi siate, musicisti, compositori o letterati, proprio non potete fare a meno di saper rispondere positivamente alla domanda: «Scusi, conosce Wagner?».
Julius Kalmar
Vienna, maggio 2019
Photo credit: Enzo Fornione
L’autore:
Julius Kalmar, allievo del leggendario direttore d’orchestra e insegnante Hans Swarowsky (che ha formato allievi come Claudio Abbado, Zubin Mehta e Mariss Jansons) è uno dei più illustri docenti di direzione d’orchestra del mondo. Nato in Romania è diventato da tempo cittadino tedesco.
È stato Maestro collaboratore all’Opera di Stato di Bucarest (Romania) dal 1967 al 1970, Direttore Principale dell’Opera di Stato di Aachen (Germania) dal 1970 al 1973, dell’Opera di Stato di Mainz (Germania) dal 1976 al 1981 e della Volksoper di Vienna (Austria) dal 1983 al 1988.
Vanta inoltre una carriera internazionale che lo vede ospite in Europa, Asia e Sud America.
Julius Kalmar è stato assistente di Karl Österreicher (successore di Hans Swarowsky) al Dipartimento di Direzione d’Orchestra della Hochschule für Musik und darstellende Kunst Vienna dal 1981 al 1995 e insegnante al Dipartimento di Opera dal 1995 al 2010.
Simultaneamente è stato Direttore di Opera Workshop Class e per alcuni anni Decano di Lyric and Opera Division della Hochschule für Musik und Theater Hamburg dal 1995 al 2008.
Ha svolto e svolge inoltre un’intensa attività didattica che lo vede come docente in moltissimi corsi e masterclass per direttori d’orchestra e cantanti ai Wiener Meisterkurse, in Italia, Argentina, Taiwan, Ungheria, Grecia e viene chiamato spesso come membro di giurie per concorsi internazionali di tutto il mondo.
È stato membro di giuria di importanti concorsi tra i quali: Concorso Hans Swarowsky per Direttori d’Orchestra (Vienna 1984), Concorso Internazionale Pianistico di Cantù (1993), Concorso di Canto di Varallo (1993), Concorso Internazionale Hans Swarowsky per Direttori d’Orchestra (1995), Concorso Internazionale “Franco Ferrara” per Direttori d’Orchestra (Roma 1995). Julius Kalmar è inoltre Direttore ospite di prestigiose Orchestre in Europa in Asia e America Latina, mentre, nel campo operistico, è stabilmente presente nelle produzioni in Germania, Nuova Zelanda, Australia, Giappone e Corea. Presso la Fondazione Fossano Musica di Fossano dirige il progetto di Orchestra Classica e la 2^ edizione dell’Orchestral Week, che si terrà dal 2 al 6 settembre p.v.