…ovvero le frustrazioni di un editor – di Fabia Brustia
Cara/o scrittrice/ore esordiente (e non). Quando invii il tuo manoscritto, decantando il suo (certissimo) successo editoriale, sarebbe bene tenere presente un aspetto fondamentale di colui/colei che per primo lo leggerà:
C’è solo un James Joyce. A lui devono essere lasciati i virtuosismi grammaticali e l’assenza di punteggiatura. Nel 95% dei casi, leggere periodi di dieci righe totalmente scevri di un qualsiasi segno di interpunzione e farciti di discordanze tra tempi verbali è paragonabile al digerire i pranzi di Natale e Pasqua della nonna in un colpo solo. Quindi a meno che tu non voglia causare un blocco intestinale e cerebrale ai tuoi poveri lettori, ricorda: la grammatica è la tua migliore amica. Non disprezzarla.
Ciò renderà la lettura più scorrevole e – perché no? – permetterà anche all’editor e al correttore di bozze di godersi il frutto delle tue fatiche, senza spendere mezz’ora a decifrare ogni tuo piccolo tentativo di flusso di coscienza joyciano.
Con amore,
La tua futura lettrice e editor
Ps: da mesi cerco di suggerire al direttore editoriale di inserire al fondo delle mail in risposta alle proposte editoriali una frase simile ai messaggi veloci che si leggono negli spot pubblicitari sui farmaci:
“LEGGERE attentamente le avvertenze, il prodotto potrebbe avere effetti collaterali; in caso i sintomi persistano contattare l’editor; tenere fuori dalla portata dei lettori deboli di cuore”.
Spero la smetta di ridere ogni volta che tocco l’argomento e inizi a considerare seriamente la mia idea.