Intervista a Gisella Genna

 

Gisella-Genna-fotoQuali sono i tuoi maestri (non solo letterari: cinema, musica, arte figurativa, ecc.)? 

Considero fonti di ispirazione tutte le arti e ci sono fascinazioni che possono nascere anche solo da un frame di un film, da un passaggio di una sinfonia o da un’opera isolata di un artista.

Certamente il cinema di Andrej Tarkovskij per me rappresenta in assoluto uno zenit (penso ad esempio a film come “Stalker”, “Nostalghia”, “Lo specchio”), così come l’opera di Kieślowski. L’arte di Bill Viola, Gerhard Richter, Anselm Kiefer, la scrittura poetica di Clarice Lispector, la poesia di Marina Cvetaeva, Paul Celan, Eugenio Montale, Vittorio Sereni, Milo De Angelis, Mario Benedetti, Silvia Bre, la musica e le parole di Patti Smith e PJ Harvey, le sinfonie di Beethoven, la verità che trovo nelle Upanishad e nello Yoga Sutra di Patañjali. Questi sono tutti sentieri che mi portano in una dimensione “altra” che sento di voler e dover esplorare.

 

Quali poeti della tua generazione senti affini (per temi e/o scelte formali)?

Tra i poeti miei coetanei di riferimento, seppur con stili e tematiche completamente differenti l’uno dall’altra, metterei senza dubbio Andrea Ponso e Tiziana Altea (“Mappe”, Interno Poesia).

E pur non appartenendo propriamente alla mia generazione, bensì a quella successiva, mi sento di citare anche la scrittura di Franca Mancinelli, che amo molto.

 

Cosa cambieresti del panorama poetico di oggi?

In tutta sincerità non mi sento di dire che cambierei qualcosa.

 

Quale pensi sia il ruolo di internet nella poesia contemporanea? 

Penso che internet possa favorire il fiorire di nuovi percorsi di scrittura, cercando di mantenere sempre un occhio critico rispetto ai contenuti che circolano.

 

Chi è Gisella Genna

È nata nel 1973 a Milano, dove vive e lavora. Giornalista, si occupa da sempre di moda. Sue poesie inedite sono state pubblicate da “Una casa sull’albero”, “Interno Poesia” e “Atelier”. Quarta stella (Editore Interno Poesia) è la sua opera prima.

 

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