Il mondo sommerso degli invisibili

Le creature, di Massimiliano Virgilio

La recensione di Stefano Bonazzi – 20/05/2022

 

Le-creature-copertinaLe creature sono fantasmi. Anzi, “fantasmini” così li chiamano i locali. Le creature sono Han, Nina, Manuel, Ismail, Dimitri, ragazzi di cui il mondo s’è scordato. Li hanno parcheggiati lì, i loro genitori, alla pensione della Leonessa, con la promessa di tornare a prenderli, un giorno o l’altro, dopo aver messo da parte un po’ di soldi, un po’ di quiete, un po’ di tregua. E intanto la città se li inghiotte, nei suoi vicoli che puzzano di sudore, di olio per motori, di immondizia e sangue, li divora, li profana, spogliandoli di ogni identità, di ogni orgoglio, mettendoli davanti a un’unica strada per sopravvivere che non ha più niente a che spartire con l’infanzia.

Massimiliano Virgilio ci racconta una storia di periferia attraverso gli occhi di Han, un ragazzino cinese che non è mai stato in Cina, non parla cinese e non sa neppure il significato di quel suo nome cinese, eppure fin dal primo giorno in cui viene lasciato alla pensione della Leonessa lui non è più Han, il figlio di Liu, no, per tutti adesso lui è solo il “cinesino” e questo gli deve bastare.

Han trascorre le sue giornate in un ostello fatiscente che somiglia a una casa famiglia di confine, gestito da una donna che di metter su famiglia non ne vuole più sapere, perché la vita s’è già portata via un figlio e per non crollare lei ha dovuto inventarsi una nuova esistenza. Oggi è la donna dei fantasmini, bambini sperduti che restano tra le sue mura fino a quando i genitori hanno i soldi per pagare, o scappano e finiscono in posti peggiori, o muoiono sotto la falce della malavita. Perché i fantasmini altro non sono che quello: anime che traghettano in un contesto di microcriminalità fatta di combattimenti clandestini di pitbull, spaccio di cocaina, prostituzione minorile e l’ambizione di vendere sigarette di contrabbando per riuscire a pagarsi un dolcetto o un paio di scarpe nuove. In questo ambiente di abusi e violenze lo sguardo incredulo e silenzioso di Han è un’anima che ingoia lacrime e violenze, nell’attesa che sua madre tenga fede alla promessa di tornare a riprenderselo, a Ferragosto, dopo il lavoro in crociera, con un po’ di risparmi per ricominciare e l’ipotesi di un nuovo futuro insieme. Ma sopravvivere nel cuore di questa Napoli sfregiata non è cosa per anime fragili, la vita di questi ragazzi è un andirivieni che non fa sconti, che se ne fotte dell’età anagrafica, delle razze, dei sessi: una città-mondo che si fa personaggio, mostrandosi nei suoi meandri più sporchi, nei riflessi lerci delle sue superfici incrostate di ruggine e grasso, nei muri imbrattati di oscenità, negli sguardi di chi ha perso ogni stimolo che non sia il prossimo tiro di coca o la prossima sbronza.

La penna di Massimiliano si rivela magistrale nel sbatterci nel mezzo di questo budello nero attraverso un linguaggio che non fa sconti, tra scenari strazianti e sprazzi di centellinata umanità in cui il registro si innalza, alternando descrizioni pulsanti di realismo a dialoghi serrati che si avvalgono di un dialetto credibile, profondamente umano, necessario.

La parabola adolescenziale di Han è un percorso di crescita in cui ogni personaggio diventa un tassello indispensabile: dalla giovane Nina, la cui intraprendenza non viene frenata da quel busto di gesso che ne comprime le carni, alla compagnia di Ismail, un ragazzo africano, e Dimitri, un adolescente ucraino, che con la loro “saggezza del ghetto” non si faranno problemi a sfruttare le fragili ingenuità dell’ultimo arrivato, in un crescendo di situazioni che non sfigurerebbero in una pellicola di Garrone.

Con questo Le creature, Massimiliano Virgilio dipinge uno scenario di cronaca nostrana e lo fa nel migliore dei modi, con una penna mai giudicante o manichea, mostrandoci fatti e situazioni per quello che realmente sono: una miseria umana che traspare dalla pagina in forma ancor più esplicita, proprio perché profondamente umana.

Le creature sono esseri imperfetti, sciancati e sfigurati eppure, o forse proprio per questo, il loro sguardo sul mondo è intriso di una sincerità che trasuda un desiderio di vita unico e prezioso. Non tutti si salvano, nessuno resta illeso, ma ai piedi del vulcano ci sono ancora anime che hanno la forza di andare avanti, di camminare in silenzio perdendosi nella nebbia e magari ritrovarsi dall’altra parte, profanati, esausti, forgiati da una luce nuova.

 

 

Le creature, Massimiliano Virgilio

Rizzoli

240 pagine, prezzo di copertina 18 euro

 

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