Frammentazioni introspettive tra arte e pulsioni
Recensione di Stefano Bonazzi – 15/11/2020
Ostico esprimere un giudizio sull’ultima opera della Mazzucato.
Ostico e delicato, addentrarsi in un romanzo flusso di coscienza che è la naturale evoluzione di un percorso artistico iniziato dall’autrice ormai da qualche anno e trasposto, miscelato, evoluto in parole oggi, per l’editore Arkadia.
Ostico e rischioso, cercare di ridurre il tutto a una sola binaria conclusione: mi è piaciuto? Non mi è piaciuto?
Sbagliato, irrispettoso, soprattutto.
Sbagliato, perché l’opera di Francesca, così come i collage che la scrittrice stessa realizza ed espone in giro per l’Europa ormai da qualche anno, rientrano in un discorso più ampio. Un tentativo di esposizione sincera verso l’altro, attraverso un flusso di coscienza multiforme e stratificato, in cui la trama si riduce a poche righe, mero pretesto per imbastire un discorso di autoanalisi, e tutto l’impianto narrativo assume una consistenza liquida, malleabile in cui il peregrinare della protagonista F., “La collagista”, appunto, così come lei stessa si definisce, è un viaggio nella città (Parigi) ma ancor di più, soprattutto, all’interno di se stessa.
F. ci accoglie nel suo mondo, fin dalla prima pagina, ci prende per mano, accompagnandoci lungo le strade di una città pulsante, ricca di stimoli e distrazioni, lasciandoci inebriare tra gli aromi rilassati di un bistrot, accompagnandoci negli studi di amiche artiste che, proprio come lei, hanno fatto della tecnica compositiva, uno stile di vita, stordendoci e ammaliandoci in un’atmosfera ovattata che non sfigurerebbe in una pellicola di Truffaut o in una canzone della Gainsbourg, con la convinzione che, proprio come afferma la protagonista stessa, ognuna di queste comparse abbia “il potere di aggiustare il mondo secondo il proprio volere”, distruggendolo e ricomponendolo, proprio come un collage, alla stregua delle pulsioni più essenziali.
Pulsioni, erotismo, ricordi, istintività.
Queste le componenti principali che ho riscontrato tra le pagine raffinate di questo romanzo. Francesca Mazzucato è abile nel tratteggiare anche le atmosfere più conturbanti con una penna elegante e una prosa alta capace di infondere al lettore la sensazione di assistere ad un lungo e raffinato piano sequenza. Nonostante i numerosi flashback e i cambi di location, lungo il centinaio di pagine persiste infatti quel senso di immersione nella mente di F., quell’impulso a voler essere lì, con lei, per accompagnarla in quell’atto creativo e liberatorio, collage dopo collage, aiutandola ad affrontare quel vuoto inesorabile e persistente, quel senso di incompletezza che le impedisce di riconoscersi in un unico luogo, in un unico partner, impedendole di uniformarsi a una routine che le soffocherebbe ogni stimolo.
Liberté, appunto.
La stessa libertà che dovrebbe prendersi ogni lettore, a libro chiuso, di non ridurre l’opera di Francesca a un solo, sterile, giudizio, ma lasciarsi cullare dalle suggestioni, senza fretta, assaporandone ogni sfumatura, ogni materiale utilizzato, ogni tecnica impiegata.
Restando lì, immobile, tra le stratificazioni del collage più complesso e inspiegabile, che è la vita.
Chi è Francesca Mazzucato
Francesca Mazzucato scrittrice, traduttrice e collagista. Insegna Inglese e Francese in Italia e all’estero. I suoi romanzi sono stati tradotti in Francia, Germania, Grecia e Spagna e suoi racconti compaiono in prestigiose antologie uscite negli Stati Uniti come Rome Noir, Venice Noir e La dolce vita. È autrice di Hot line. Storie di un’ossessione (Einaudi), Amore a Marsiglia, Web Cam, Relazioni scandalosamente pure (Marsilio), Strani i percorsi che sceglie il desiderio (Castelvecchi). Fa parte della direzione artistica del sito “Paris Collage Collective”, i suoi lavori, Little Pieces, come li definisce, sono stati esposti a Rotterdam, Zurigo e Barcellona. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo La collagista (Arkadia Editore).