di Adriano Fischer
Perché Bella Cohen?
Una domanda che ritorna, senza risposta, a più riprese nel romanzo di Adriano Fischer dall’omonimo titolo. Una domanda che il commissario Gentilomo fa ai professori che dell’istituto scolastico Bella Cohen dovrebbero costituire l’ossatura. Una domanda che pare nessuno si sia mai fatto, oltre al commissario.
Bella Cohen, come la maîtresse del postribolo frequentato da Bloom nell’Ulisse di Joyce. Una scuola che porta il nome di una prostituta. Una scuola con delle inferriate ridicole e tragiche al contempo, che non si capisce se proteggano gli studenti dal mondo che è fuori, o il mondo da un’accozzaglia di insegnanti che, nel ventre del Bella Cohen, hanno intrecciato le proprie nevrosi, moltiplicandole.
I Personaggi
Chi racconta le vicende del romanzo è un ex studente che, con lo sguardo ormai disilluso, a volte rabbioso, non più sottomesso al naturale timore di ogni alunno per i propri insegnanti, parla degli esseri umani (spesso dei casi umani), che costituiscono il corpo docente.
C’è il professor Belmondo, insegnante di Filosofia che, dopo esser stato quasi strozzato dal padre di un alunno, accampa ogni scusa per restare a casa. Malattie vere e immaginarie diventano per lui l’unico modo di evitare il temutissimo mondo esterno. L’unico rapporto umano che si concede, perlopiù telefonicamente è quello con la preside Rampini, accanita fumatrice e fulcro del Bella Cohen. Ci sono la Cordiali, donna tutta chiesa che, raggiunti i quarant’anni, decide di avere una famiglia e dei figli, costi quel che costi, compreso sposare il professor Adelino Caltabelotti, insegnante di italiano gay che ha intrecciato una relazione dalle tinte fosche con Ruggero Laconi, docente di religione.
Ci sono ancora il vicepreside Carapace, paranoico e calcolatore, il bidello Dante, vedovo di una vedovanza avvolta dai dubbi, la professoressa di inglese piacente che ritrova l’amore del marito dando veste istituzionale alla sua relazione extraconiugale.
E ci sono quelli che muoiono. Perché per morire, si muore.
(S)Mascheràti
Salvare le apparenze finché si può, non far mai intersecare persona e personaggio, questo sembra il grande leitmotiv del romanzo di Adriano Fischer. Le apparenze, in fondo, sono quelle che contano, le impalcature che tengono su vite sbilenche.
La filosofia di pensiero della Rampini su questi argomenti era la seguente: l’unico modo per coltivare i rapporti sinceramente era averne il meno possibile. Non era cinismo, era il tramonto dell’idealismo, e a quasi settant’anni non si poteva pensare diversamente.
E quindi?
Un “e quindi”, a questo punto, c’è sempre. Quindi Bella Cohen è un libro da leggere. Il linguaggio mai banale e la caratterizzazione dei personaggi ne fanno un libro da cui è difficile staccarsi prima di arrivare alla fine. Apprezzatissima la sottile ironia che pervade tutto il romanzo. Se volete un libro che smascheri le miserie dell’umanità e che invece di piangere del degrado vi faccia sorridere, talvolta cinicamente, Bella Cohen è il libro che state cercando. Consigliatissimo agli amici misantropi.
Edizioni Nulla Die, 290 pagine, prezzo di copertina 19 euro