Un freezer per il morto – Antonio Mesisca
M’importa una sega – Importazione e vendita attrezzature per il fai da te
È andato tutto a puttane il giorno che ho ammazzato Mauro Cabrio con un destro dritto in mezzo agli occhi, come quella vecchia storia sui Pit Bull.
Comincia così Un freezer per il morto, secondo romanzo di Antonio Mesisca pubblicato da Scrittura & Scritture, casa editrice che abbiamo incontrato al Salone Internazionale del Libro di Torino. Ed è così che cambia improvvisamente la vita di Franco Bianco, onesto titolare di una ferramenta, marito fedele e pagatore puntuale di tasse.
È il mezzogiorno di un sabato di fine giugno di quelli che proiettano già verso le vacanze, quando Mauro Cabrio si presenta nella ferramenta di Franco, abito di Armani e sorriso d’ordinanza. Peccato che il Cabrio debba a Franco Bianco qualcosa come 32.000 euro di insoluti, e allora quel completo da 1.000 euro diventa come la muleta del torero: Franco lo colpisce con un destro ben piazzato che lo fa franare per dodici ripidi scalini. Ad assistere all’evento un solo testimone, il padre cagacazzi e pensionato del titolare della ferramenta, la cui prima reazione è un sonoro “Minghia”, seguito da uno “Straminghia”. Franco chiama i soccorsi, “Un uomo si è sentito male nella mia ferramenta”, dice, ma prima che possa arrivare l’ambulanza accorrono, neanche sapessero dell’accaduto, alcuni dei personaggi che ruotano attorno alla vita di Franco, primo fra tutti il fratello Mario, di due anni più grande, che si è fatto cambiare cognome in “Gianco” perché secondo Focus è il nome più diffuso sui fac-simile dei documenti (anche se tutti gli ripetono che è Rossi, e non Bianchi!). Arrivano poi il Feggi, amico di vecchia data del padre, venuto a rifare le chiavi dell’orto e Big Adriano, unico dipendente della ferramenta.
In breve tutto il popolo convenuto si convince di una cosa: Franco Bianco non può finire in carcere…
La famiglia innanzitutto
Ha poco da dire, Franco, che vuole andare alla polizia, che è il caso di confessare tutto e di chiudere quella storia (e la ferramenta) una volta per tutte. La famiglia, anzi, le famiglie, tutte quelle coinvolte nella vicenda, per un motivo o per l’altro hanno interesse a che la faccenda si chiuda sì, ma silenziosamente: è così che arriva l’idea di mettere il Cabrio nel freezer a pozzetto della ferramenta, ben nascosto sotto un abbondante strato di ghiaccioli, giacché è estate. E di sbarazzarsene piano piano. È questo scontro tra opposte volontà che genera uno spassoso cortocircuito di eventi, in un crescendo di intralci e tentativi un po’ naïf di risolvere la questione “Cabrio” una volta per tutte, se non fosse che sulla scena intervengono nuovi attori a scombinare i piani.
Un freezer per il morto è un noir spassoso e tragicomico, il protagonista personifica l’italiano di sani principi che si trova, incredibilmente, a fare i conti con la famosa Legge di Murphy: se una cosa può andar male, lo farà. Antonio Mesisca ridefinisce i canoni del noir e, senza prendersi mai troppo sul serio – e soprattutto per quello – ci regala un libro esilarante che parla di buoni propositi e di quanto nonostante la vita spesso ci vada giù pesante, si possano affrontare meglio anche le sfighe con una certa dose di ironia.
L’autore
Antonio Mesisca è nato a Novara il secondo giorno di gennaio 1975, proprio mentre Cesara Buonamici compiva 18 anni. Questo non lo avvantaggerà nella formazione della sua carriera artistica, ma nemmeno lo penalizzerà, va detto.
Da quando vende bulloni il suo stile narrativo è migliorato. Dicono di lui: Antonio chi?
Per Scrittura & Scritture ha pubblicato Nero Dostoevskij (2015).
Antonio Mesisca, Un freezer per il morto
Scrittura & Scritture, 237 pagine, prezzo di copertina: 13,50 euro
Potete acquistarlo qui.