SalTo18
intervista a Stefano Galardini
Continuiamo la serie delle interviste raccolte durante il Salone del Libro di Torino, con quella fatta a Stefano Galardini, autore del romanzo “Il tempo dentro di noi” edito da Edizioni Convalle. Stefano, che oltre a scrivere svolge l’importante professione di Operatore Socio Sanitario, ci ha parlato della sua vita e del suo libro d’esordio.
Stefano, parlaci un po’ del tuo percorso.
Il mio percorso è stato un po’ tortuoso. Mi sono laureato in Lettere Moderne, con l’idea di fare l’insegnante, ma l’esperienza mi ha deluso, quindi ho fatto tutti i lavori possibili e immaginabili per cercare di sopravvivere in maniera indipendente. Poi, dopo una storia forse un po’ troppo lunga da raccontare ora, mi sono appassionato all’assistenza sanitaria e ho deciso di fare un investimento di tempo per prendermi questa qualifica professionale. Devo dire che è stata la scelta giusta.
Come è iniziata invece la passione per la scrittura?
Ero molto giovane quando ho iniziato ad avere questa passione. L’idea non è nata proprio da me, ma da un amico che leggeva quello che scrivevo per la scuola, o per far ridere gli amici. È lui che mi ha fatto LA domanda: perché non provi a scrivere un libro? Da quel punto fino alla stesura de “Il tempo dentro di noi” sono passati quasi vent’anni, però è sempre stato un sogno che mi ha accompagnato, quello di fare lo scrittore.
Al momento sei impegnato con un nuovo romanzo?
Sì, sono impegnato con una nuova idea, nuovi personaggi, un nuovo tema, si parla più di futuro questa volta, della ricerca di un proprio posto nel mondo.
Da dove è nata l’idea de “Il tempo dentro di noi”?
È nata un po’ per caso e un po’ per scommessa. Si parlava dell’amicizia tra uomo e donna con i miei amici e ho pensato potesse essere un buon tema. Ne ho parlato con Patrizia, la mia compagna, e lei mi ha detto che avrei rischiato di scadere nel banale. Così per scommessa con lei ho provato a trattare il tema, a renderlo un romanzo. Alla fine credo di aver vinto io.
Come hai deciso la casa editrice a cui proporre la tua opera?
Ho cercato nell’ambito delle piccole case editrici. Edizioni Convalle è una casa editrice giovane e che ha deciso di investire su di me. Ci siamo trovati perché io cercavo una realtà che mi permettesse di crescere e Edizioni Convalle lo sta facendo.
Parliamo un po’ del tuo romanzo. Ho trovato dei temi universali trattati con una delicatezza interessante. Cosa hai trovato di più difficile nella stesura del libro?
Probabilmente tirare fuori molte cose personali. Il romanzo è stato una sorta di bilancio di quelle che sono state le mie convinzioni fino a qui, di quello che sono stato io, di quello che vorrei essere… Forse la cosa più difficile è stato proprio dare una forma a queste cose. Il romanzo è comunque stato concepito proprio per essere il più universale possibile, affinché le persone potessero rispecchiarsi, come nella loro quotidianità. Ci tengo a dire che nella vita dei miei protagonisti non ci sono eventi straordinari, ma ci sono eventi che possono capitare a tutti sulla propria strada, anche vivendo una vita perfettamente normale.
Ti sei ispirato a persone che hai realmente incontrato nella vita o hai costruito i tuoi personaggi ex novo?
Mi sono ispirato a persone reali, ma Luca e Lidia sono un patchwork di tante persone diverse. Luca rappresenta un po’ quello che sono stato, la mia visione di adolescente, mentre Lidia quello che vorrei essere, una persona che riesce a porsi degli obiettivi e a perseguirli con costanza.
Quanto contano le persone che abbiamo attorno per la nostra crescita personale?
Penso che sia fondamentale. Io ho avuto la fortuna di avere un gruppo di amici a cui sono legato da tutta la vita, e ci sono buone basi perché continui così. Nel romanzo ho presentato Luca e Lidia come due persone quasi speculari, ma con difetti differenti. Lidia ha un’influenza molto forte su Luca, ma forse più in sordina, sotto la superficie, anche Luca in qualche modo riesce a smussare gli angoli di Lidia. Sono convinto che le persone che incontriamo sul nostro cammino immancabilmente influenzino il nostro percorso. E penso anche che sia un cosa molto positiva riuscire a imparare dal confronto con gli altri.