Punto Bianco - Chiara DeianaPunto Bianco

di Chiara Deiana

 

Se le avessero chiesto cosa pensava della scaramanzia quando era giovane avrebbe riso di gusto, avrebbe risposto che è un palliativo per cuori deboli, per chi non è in grado di guardare in faccia la realtà e accettare che il caso, il destino, colpisce alla cieca. Che non importa se eviti di passare sotto le scale, se ti butti il sale dietro le spalle, se tocchi ferro ogni volta che passa un carro funebre, il fato non fa sconti a nessuno. Chissà cosa avrebbe pensato di lei, della se stessa da vecchia, che da mesi evitava anche solo di pensare, figurarsi pronunciare ad alta voce, quella parola di sei lettere che la spaventava più di tutte le battaglie che aveva già dovuto combattere.
Da giovane aveva creduto che gli altri potessero nascondersi dietro una rassicurante bugia, mentre lei no, aveva guardato in faccia il male e lo aveva raccontato. Aveva dato voce alla guerra, era stata dietro all’obiettivo mentre la terra tremava sotto le bombe, aveva usato la sua voce per dare risonanza al male che affliggeva il mondo. E adesso, adesso che fine aveva fatto quella voce?
– Abbiamo trovato una macchia bianca nel tuo polmone destro.
Macchia bianca.
– La lastra ha trovato qualcosa. Questo punto bianco, vedi?
Punto bianco.
Se qualcuno le avesse chiesto che rumore fa una speranza che si spezza non avrebbe saputo rispondere, fino a quel momento. Le era scappato un singhiozzo sordo, la bocca si era spalancata come in un conato e immediatamente la mano era corsa a proteggere quella ferita aperta. Se avesse avuto qualcosa nello stomaco probabilmente avrebbe rimesso, cibo e dolore, bile e rabbia.
Ad un tratto anche il dolore era scomparso, inglobato all’interno di quel punto bianco che si era trasformato in un buco nero.
I momenti successivi erano stati risucchiati dal buco nero, insieme a tutto il suo corpo. Era sicura che se le avessero fatto una lastra in quel momento sarebbe stata tutta bianca. Una torcia accesa, in grado di brillare al buio, illuminata dalla paura e dal terrore.
In un cortocircuito di emozioni il dolore aveva incontrato il panico, si erano fusi insieme in un punto bianco ed erano rimasti impressi sulla lastra. Sì, doveva essere andata così, non poteva essere altrimenti. Non era quello che pensava.
– Siete sicuri? So che può succedere che i macchinari sbaglino. Ho sentito che a volte è solo un’ombra che poi scompare.
Ombra.
– Siamo sicuri.
Lo sguardo schizzò alla finestra, fuori il mondo era uguale a prima. Aveva sempre lottato contro l’indifferenza del mondo al male, si era arrabbiata tante volte perché mentre le persone venivano portate via a morire lontano, c’era chi rimaneva indifferente. Chi si nascondeva dietro una bella bugia.
Adesso era lei che cercava quelle bugie, ma nessuno sembrava volergliene regale.
Da giovane avrebbe sicuramente trovato le parole. Era stata in grado di identificare il male, di combatterlo. Ma come fare quando quel male è dentro di te? Quando è parte di te, si nutre di te. Aveva provato a esorcizzarlo, a far finta che fosse solo una parola e se non l’avesse pronunciata non sarebbe stato più concreto di un’idea.
– È una massa in espansione.
Massa.
Dietro quante altre parafrasi si poteva ancora nascondere?
– È proprio quello che penso? – la voce le si era spezzata in gola, assorbita nella super gravità del buco nero.
– Ho paura di sì.
Per quanto tempo potevano ancora girarci attorno? Macchia bianca. Ombra. Massa.
Punto bianco.

L’autrice

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