Pop Toys - Giovanni LucchesePop Toys

di Giovanni Lucchese

 

Nel nostro peregrinare tra gli scrittori emergenti ci siamo imbattuti un po’ per caso in Giovanni Lucchese, che ci ha proposto in lettura la sua seconda fatica “Questo sangue non è mio”, edito da Alter Ego edizioni, romanzo che ci porta nei recessi della mente di Carlotta, ragazza insignificante, poco popolare, che nasconde in sé un terribile segreto. Parlando con Giovanni a proposito di “Questo sangue non è mio” è spuntata l’opera di cui vogliamo raccontarvi oggi: “Pop Toys”, ovvero 17 racconti tra l’onirico e l’ironico, senza tralasciare un certa nota agrodolce di fondo. Non si può non parlarne.

L’autore

Giovanni Lucchese è nato a Roma, dove vive tuttora, nel 1970. Romano “doc”, dice lui. Si è formato alla scuola di scrittura “Omero” ed ha pubblicato i racconti El Diablo e Nylon sulla piattaforma “Fantareale”, nonché Il più grande cornuto dell’universo sulla rivista “Carie”. Scrive inoltre recensioni musicali per “Mag O”.

Giocattoli umanizzati o umani trasfigurati?

Pop Toys dimostra ancora una volta che il romanzo non è tutto. Le raccolte di racconti infatti, per mezzo di un’architettura accurata e complessa possono dare tanto al lettore e sviscerare un tema sotto molteplici aspetti, senza dare al lettore il tempo per annoiarsi. Il tema in questo caso sono le relazioni interpersonali, i sogni, i desideri umani, visti però attraverso gli occhi dei giocattoli. Sì, proprio così: giocattoli amati, giocattoli ormai abbandonati, giocattoli alle prese con la voglia di libertà, con il desiderio di rivincita.
C’è Big Jim Squalo 7 che, convinto di essere destinato a grandi imprese belliche si trova invece regalato per Natale ad un’entusiasta bambina, che lo costringe a vivere con Barbie Rio e Barbie Principessa delle Fiabe; ci sono le Winx, che non sono propriamente le dolci fate che ricordiamo dai cartoni animati; c’è Pinocchio, che vorrebbe solo essere una bellissima principessa, ma viene maltrattato e chiamato Finocchio da altri giocattoli boriosi. Ci siamo noi, c’è il genere umano intero bassezze incluse, tuttavia se queste ultime vengono messe in luce non è con un approccio moralista, ma con ironia, e il riso diventa in tal modo un mezzo catartico.
Frizzante, pungente, acuto, cinico. Questo e molto altro è Pop Toys. Perché Pop Toys fa ridere, ridere di gusto, eppure a volte ci lascia lì, con un certo amaro in bocca e la sensazione che, in fondo, si stia un po’ parlando anche di noi.
Edito da: Alter Ego