La recensione di Dieci piccole cose per occhi attenti di Federica D'Alessandro

Dieci piccole cose per occhi attenti

di Federica D’Alessandro

 

Cosa accadrebbe se sollevassimo gli occhi dal nostro telefono, libro, tablet, o semplicemente se distogliessimo il pensiero dai nostri piccoli e grandi affanni quotidiani? Che cosa succederebbe se sbattessimo un paio di volte le palpebre e fissassimo il nostro sguardo su quanto vive e si muove attorno a noi? Forse al principio la nostra vista sarebbe appannata, ma una volta superato lo shock della riscoperta dell’altro potremmo cogliere una miriade di particolari che raccontano anche di noi stessi.
Dieci piccole cose per occhi attenti”, di Federica D’Alessandro ha in sé la risposta a queste domande. Il libro racconta dieci piccole storie di vita quotidiana, dieci vicende su cui l’autrice ci invita ad aguzzare un po’ la vista, andando oltre la superficie dell’abitudine. Le storie di Federica sottendono un’universalità dell’esperienza umana, che pure ogni volta è diversa da se stessa e che pertanto riesce ancora a sorprenderci. Ecco allora l’elemento comune e peculiare di questi racconti: la vita stupisce i protagonisti in modi diversi e l’incontro con l’incognito destabilizza le loro certezze, mettendoli di fronte alla necessità di evolversi o soccombere. Lo stupore diventa dunque la chiave del cambiamento, a ricordarci che non siamo mai abbastanza cresciuti per conoscere completamente il mondo che ci circonda.
Le vite della protagonista de “tutti i sì che non ho detto”, dell’uomo che smise di respirare, di Claudia, la donna tradita del racconto “Nuvole rosa e cubi colorati” sono in fondo le nostre, ma solo attraverso la lettura delle loro vicende riusciamo ad accorgercene. E non si può non provare un brivido leggendo le parole del piccolo Riccardo, simbolo della precoce perdita di innocenza che talvolta affligge le nuove generazioni.
Ma il libro affronta anche il tema di quella che Hannah Arendt chiamava “la banalità del male”: è il caso del protagonista di “Kamikaze chicken” racconto di apertura dell’opera, di tragica attualità.
Lo stile di Federica, sempre brillante e  non privo di una certa ironia, conduce piacevolmente il lettore attraverso un’analisi acutissima dell’essere umano in generale e della nostra società in particolare, riuscendo a coinvolgerlo  in una lettura avvincente e mai banale.

Edito da: Robin Edizioni

Inviaci la tua opera!