Due secondi di troppo - Andrea MauriDue secondi di troppo

di Andrea Mauri

 

Due secondi di troppo. Il tempo necessario per scegliersi.
Ma cosa accade quando non possiamo scegliere, quando è la vita a scegliere per noi, quando, ad esempio, Dio o il destino scelgono quella che sarà nostra madre? Se poi la madre in questione è una veggente, tutto diventa incredibilmente più complicato.
Antonello si trova così, incastrato tra ciò che vorrebbe essere, tra le sue pulsioni, e una madre, Beatrice, che non condivide i suoi desideri. Una madre ingombrante, capace di leggere il futuro attraverso i tarocchi, una madre che non ricorda eppure sa tutto. Sa pure quello che, secondo Antonello, non dovrebbe sapere.
Le giornate di Antonello trascorrono all’interno della casa di riposo in cui l’anziana è ricoverata, ormai preda della demenza senile. Non si rassegna, il protagonista del romanzo di Andrea Mauri, scisso tra la necessità di vivere la propria vita e la coscienza che gli impedisce di abbandonare Beatrice al suo destino. Per questo rivive con lei il passato attraverso un gioco, il gioco dell’immaginazione, cercando di ricostruire avvenimenti ormai dimenticati attraverso gli oggetti che di quel passato hanno fatto parte. Se la memoria non funziona, allora è l’immaginazione a prendere il suo posto. E poi ci sono i tarocchi, antichi compagni del mercoledì sera e mezzo attraverso cui, in qualche modo, Beatrice riesce a ricostruire ciò che del passato non ricorda.
Vi sono ancora Silvia, cugina di Antonello e sua unica confidente femminile, che aiuta il protagonista nella cura dell’anziana donna non facendo mistero della speranza di ereditare i poteri della zia, e Gabriele, il dottore che gestisce la casa di cura, affascinante e tormentato dalla paura di dimenticare, proprio come i suoi pazienti.
Beatrice, Silvia, Gabriele e lo stesso Antonello sembrano scissi tra opposte volontà, tra desideri contrastanti che ne mettono in luce la profonda umanità.
I personaggi tracciati dalla penna di Andrea Mauri sono intimamente umani, non c’è bianco o nero, ma una scala di grigi che li rendono complessi e reali, intrisi di quel fatal flaw che ogni personaggio ben riuscito dovrebbe avere.
Mi separo da lei, lei mi separa dalla mia vita.
Due secondi di troppo parla di amore materno che si trasforma in gabbia, parla di accettazione, di omosessualità e del tempo che passa inesorabile. Ci si trova, a conti fatti, davanti al bilancio di una vita giunta ormai al termine.
Andrea Mauri ci fa vedere il mondo per quello che è, ripulito dai belletti con i quali tentiamo spesso di dare un volto migliore alla realtà che viviamo.
Una nuova prova convincente per l’autore de Mickeymouse03 e L’ebreo venuto dalla nebbia.