Su Cuore Allegro, di Viola Lo Moro

di Graziano Gala

cuore_allegro-copertinaBasterebbe fermarsi alla convenzione: la notte, tenera, con le sue quote di riposo e oblio. Una menzogna comune, quasi un autoinganno utile alla gestione del quotidiano: un coraggioso rifiuto, quello di Viola Lo Moro, che in Cuore Allegro gioca alla decostruzione, allo smontare convenevoli e plastiche utili al confezionamento dei giorni. Si parte col buio e non ci si ferma alla luce: se la notte è uncinata il giorno è pugnale, momenti inquadrati con la medesima lucidità, onesta all’ammissione e poco indulgente al perdono, sincera e scheggiata quanto si dovrebbe davanti “alla morsa dei potevo. Il nodo è sciolto, l’unica parola possibile è quella giusta: la Lo Moro cerca, corregge e mette a fuoco in un continuo captare di movimenti superficiali – del quotidiano, avvolti nei tram – e tellurici, notturni e affidati a ciò che pur inquietando viene fedelmente riportato: mi rannicchio – feto nella resa – non hanno zampe. Sono solo sogni. L’inconscio, cesto colmo di feti immaturi, diventa abisso, l’autrice palombara: tutto è possibile e in egual tempo verificabile: il momento si ferma, la goccia cade e non cade. Si possono fare i conti con il peso dell’assenza (del tuo affanno è rimasto / un monito da comodino), con le piaghe che non cicatrizzano e con quel cuore, all’altrui vista allegro, difficile da irrorare e stanza da esplorare in ogni sua muratura. Nel vociare generale, nel rumore che fa chiasso ed aiuta a non pensare (Contro chi ci scagliamo? Cosa diremo?) la scrittrice romana compie un’operazione inversa e per questo necessaria: è l’anello che non tiene, la maglia rotta ad essere ricercata al costo di ritornare alla radice, all’origine del dissidio, giacché si cresce di un piede ad ogni passo indietro. In Cuore Allegro il sacrificio è senza limiti e disinteressato dei costi: se la poesia dev’essere onesta siamo certi che questa raccolta possa essere nel giusto.

 

Viola Lo Moro

Viola Lo Moro è nata a Roma il 20 Dicembre del 1985. Si è laureata in letteratura moderna e contemporanea e specializzata in letterature comparate. È una delle socie della libreria delle donne di Roma, Tuba, della quale cura la programmazione. È, insieme ad altre, ideatrice e organizzatrice del festival delle scrittrici “InQuiete”. Ha scritto e scrive articoli per riviste letterarie e femministe (Leggendaria, DWF, Letterate Magazine, Femministerie).

 

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