Muruaneq Cafè, la rubrica di letteratura per ragazzi
di Davide Morganti
Davide Morosinotto ha la capacità di farti stare nelle storie senza intralciarle, sei lì nella pagina, nella strada, sotto un albero, in groppa a un ciuco, accanto a un bambino o a un malfattore; in Un’avventura di Natale (Einaudi Ragazzi, pag. 128, euro 15), con le gustose e espressive incisioni di Fabio Visintin, il romanziere veneto racconta con voce felice le vicissitudini di Cola, ragazzino spaurito del Seicento, che deve raggiungere Palermo per portare un meraviglioso presepe di corallo; un punto di vista, dunque, insolito, perché l’isola si fa sostanza di un mondo, quello natalizio, che trova soprattutto nell’opera fatta a mano dallo zio l’immaginario che prima era soprattutto nel bue e nell’asinello, nell’angelo, in Maria, in Giuseppe e nei pastori; l’intelligenza è stata nell’aver ricreato una Sicilia che richiama il presepe e viceversa, tra zone desertiche, ruvide, sassose e ladri meno peccatori di quelli della Bibbia.
“Per il resto del pomeriggio Cola scoprí nel modo peggiore, cioè sulla sua stessa pelle, la fatica del lavoro. Andò a riprendere le pecore dal pascolo, diede da mangiare alle galline e pulí il pollaio, tagliò la legna e la ammucchiò con ordine dietro casa. A sera aveva male dappertutto ed era mezzo morto di fame, ma la vecchia brontolò che, se lui e l’asino mangiavano a sue spese, il loro affare non era piú equilibrato, cosí Cola dovette prometterle di lavorare anche dopo cena e pulí tutto il casottu con una scopa bitorzoluta. Il giorno dopo era la vigilia di Natale e, se possibile, gli andò peggio ancora. Questa volta Cola dovette mungere le capre; fece scorta d’acqua al pozzo; riparò un muretto, la porta di un recinto, e il tetto della capanna che faceva acqua”.
Figurazioni di un mondo che non vede barriera tra uomo e natura ma è tutt’uno; la penna di Morosinotto corre incisiva a narrare gli incontri, gli inganni, i furti, i primi palpiti di un ragazzino che con il suo ciuco Palinuro, sagace e intelligente, percorre una parte della Sicilia che è anche zona d’ombra; nel libro il Natale non è ancora arrivato e noi lettori lo attendiamo con Cola, perché solo quando il presepe sarà giunto a destinazione tutto sarà compiuto; quando il ragazzino lo mostra a qualcuno ecco che il Natale si fa epifania momentanea, apparizione di un mondo come sarebbe senza ferite. Morosinotto scrive passando da un capitolo all’altro lasciando nel lettore quella sana curiosità che costringe i polpastrelli a condurci sempre più avanti, tra piccole disavventure e momenti di ilarità tenerissima. Il tono è spesso fiabesco e la realtà diventa occasione più che dato oggettivo.
“A Trapani, tutti sapevano a cosa stesse lavorando lo zio Toto. Piú di un anno prima in città era arrivata una car-rozza trainata da cavalli bianchi col pennacchio, e a bordo c’era l’emissario di un principe di Palermo. Era venuto fin lí per commissionare un presepe di co-rallo: la fama dello zio era arrivata lontano, e il principe voleva acquistare il presepe piú bello che fosse mai stato scolpito”.
Si tratta di un mondo, quello siciliano, che lento va componendo il Natale e solo quando il presepe sarà scoperto trasformerà l’isola nell’immagine santa realizzata da San Francesco. Morosinotto, dando alla narrazione una solida spinta, ha creato un racconto che descrive l’amore come un presepe da custodire e poi offrire con pudore lungo il viaggio.
Un’avventura di Natale, di Davide Morosinotto
illustrazioni di Fabio Visintin
128 pag., prezzo di copertina: 15 euro