Un’enciclopedia delle emozioni
Temevo dicessi l’amore, la prima raccolta di racconti di Mattia Grigolo (TerraRossa Edizioni)
Cinque storie che si dipanano in quattordici racconti con protagoniste diverse, ma un nome comune: Ofelia. Un nome che non può non rimandare alla figura dell’Ofelia di shakepeariana memoria, vittima degli eventi, distrutta dalla rivelazione. Le Ofelia di Grigolo, invece, dietro lo stesso nome vivono destini molteplici, sono vittime e sono carnefici e raccolgono su di loro la complessità delle emozioni come una veste donata dalla sorte. Vivono amori non corrisposti, amori giusti con tempi sbagliati, solitudini, perdite. Vivono, di fatto, la vita. E si approcciano anche con la morte, desiderata o interrogata, guardata con curiosità quasi scientifica.
La scrittura di Mattia Grigolo è asciutta, precisa, c’è poco spazio per gli orpelli. Le descrizioni solo selettive, come se la lente sulla realtà fosse diretta solo su ciò che è significativo per i personaggi, come se l’ingrandimento fosse solo su ciò che vogliono che, come lettori, guardiamo. Immediato il richiamo ad autori d’oltreoceano, dalla Berlin a Carver, di cui l’autore non fa mistero di essere un estimatore.
Attorno ai personaggi, attori sul palco della vita, ci sono le cose che semplicemente accadono. E Grigolo sembra dire: “Le cose stanno così, facciamoci i conti”. Come un’illusionista votato a spiegare che la magia non esiste, che tutto è un trucco, che si può vederci dietro.
Temevo dicessi l’amore è un libro che richiede una certa dedizione, come già La raggia, romanzo d’esordio di Grigolo uscito nel 2022 per Pidgin Edizioni.
È un libro che pretende un atto più attivo, mi si perdoni il gioco di parole, che la mera lettura, che già è fruizione partecipativa. Pretende la voglia di riannodare un filo che, nelle storia dei personaggi, si è rotto.
Spoiler: ho adorato, senza mezzi termini, il racconto Eravamo, in cui Ofelia, reduce da una grave perdita di cui leggerete, comincia a frequentare un gruppo in cui si radunano aspiranti suicidi. Racchiude, a mio parere, tutte le qualità stilistiche del migliore Grigolo: parla di dolore e lo fa con un’ironia unita a una profondità che sono quasi impensabili.
Temevo dicessi l’amore, di Mattia Grigolo
TerraRossa Edizioni, 134 pagine
Prezzo di copertina: 15 euro
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