Si spengono le stelle
di Matteo Raimondi
Quando uno scrittore esordisce con una grande casa editrice, nonostante l’invidia (giustificata!) di molti, in realtà si trova davanti ad una sorta di bivio: da una parte c’è l’aspettativa allettante della promozione che la casa editrice certamente farà dell’opera, dall’altro ci sono da affrontare gli sguardi ipercritici di chi il critico lo fa per professione o per diletto. Perché è chiaro che quando i nomi degli sponsor si fanno altisonanti anche l’asticella delle aspettative si alza di una spanna.
Parlaci ancora, Suze
Dentro e fuori dal passato
La stratificazione dei significati
Non sono così frequenti i casi in cui si possa consigliare un libro a qualsiasi tipo di lettore. Tendenzialmente c’è chi ama i libri di avventura, chi quelli profondi, sfumati, ricchi di significati nascosti, chi è appassionato di gialli. “Si spengono le stelle” invece è un romanzo trasversale: volete un libro che vi mozzi il fiato in quanto a suspance? È il libro giusto. Cercate un’opera che parli di sentimenti universali e di paure? È quella giusta. Vi piacciono le descrizioni palpabili, le frasi ai limiti della poesia, la gentilezza del verbo? Comprate questo libro. “Si spengono le stelle” è uno di quei rari libri che non perdono fascino ad una seconda lettura, perché sollevando il vero del primo significato ce n’è subito un secondo, persino più appagante.