Muruaneq Cafè – una rubrica di Davide Morganti
Per sempre – graphic novel sull’estate, gli amori, le disillusioni
L’estate è una lunga controra, il momento più caldo della giornata da passare tra il sonno e l’ombra, in questa controra se gli adulti sembrano assopirsi gli adolescenti si risvegliano; la veglia ha una luce forte, l’amore, quella che illumina le relazioni di qualunque genere. Per sempre del disegnatore Sergio Ricciardi e della scrittrice Assia Petricelli (Tunué, pag. 153, euro 17.50) è un graphic novel che non si fonda solo su storie d’amore e disillusioni adolescenziali, omosessuali, senili ma racconta le amarezze di ogni età; i colori di Ricciardi sono presenze che raccontano la vita della giovanissima Viola in vacanza presso un villaggio turistico meridionale con la sua famiglia. La scelta per tracciare un periodo, quello degli anni Novanta, accompagna la storia e il cromatismo richiama la stanchezza di fine millennio.
Gli inganni in estate appaiono con più chiarezza, specie quando coinvolgono gli adolescenti, e le delusioni sono continue. I disegni di Ricciardi, assai netti per rendere il bisogno di identità da parte di ogni protagonista, si accompagnano come corpo unico alla sceneggiatura della Petricelli, attentissima a calibrare l’enfasi spesso retorica degli adolescenti alla loro disperata ricerca di verità che non ritrovano negli adulti, troppo presi dal rappresentarsi.
Ireneo, un ragazzo che recupera le barche di cui si innamora Viola, è un mondo a parte, sommerso, nascosto, è il pudore della gioventù che vuole solo crescere secondo se stessa e non secondo la playing list su come- si – deve – essere. La spiaggia, il mare, la pineta, la musica diventano luoghi di crescita, sono la coralità di un mondo che prova a sollevare dagli affanni; la scrittura veloce e sincera di Assia Petricelli e i disegni indagatori di Sergio Ricciardi mettono a nudo il bisogno di essere guardati mettendo a rischio la propria capacità di riconoscersi. Gli anni Novanta, che trascinano le morti fragorose delle ideologie, sono lo sfondo a piccole storie di umana vita; i silenzi di Ireneo appartengono alla controra, quando il meriggiare si abbassa verso il mare e denuda qualunque menzogna. Il piacere dell’amore è il piacere della scoperta di se stessi, la scelta dell’altro rivela aspetti a noi nascosti, da qui l’entusiasmo e la paura. Il tono in alcuni momenti è scanzonato, allegro, anche quando nasconde tragedie personali, e i colori restituiscono pudore a chiunque anche a quello che delude. Assia Petricelli scrive dialoghi misurati, veloci, pronti a cogliere le sfumature di relazioni spesso estemporanee che però hanno la capacità di aggiungere ancora qualcosa alla costruzione di quel complicato puzzle chiamato uomo. L’estate ha il corpo degli adolescenti e le grida dell’infanzia, Viola e le sue amiche ne sono una presenza continua davanti agli adulti distratti dalle loro sconfitte che spesso li rende insopportabili, banali ma anche fragili al punto da non sapere cosa fare perché tutto sembra ormai tardi. L’estate ha tempi lunghi e i tempi lunghi prevedono riflessione, cambiamento come sarà per Viola o per Valeria, una delle migliori amiche, e nel caso di Viola si muta quando si riconosce che l’amore è ascolto e non oppressione, alterità e non dominio. La spigolosità del tratto dei giovani usato da Ricciardi indica movimento, trasformazione, futuro da compiersi rispetto alla sazietà fisiognomica degli adulti che provano a coprire invano le loro malinconie. La vita, non altro che lei, così complicata dalle nostre miserie, passeggera come la giovinezza.