di Davide Morganti
Le pagine sono luoghi fisici dove le parole e le immagini si ritrovano, sono spazi dove ruzzolano i personaggi che vanno incontro alle loro storie; si susseguono ora lenti come fiumi ora impetuosi come torrenti, come nel racconto – matrioska di Daniel Fehr che contiene undici storie diverse che diventano quadri magici da attraversare per cadere da un luogo all’altro nel tentativo di uscire dal libro (Daniel Fehr – Maurizio A. Quarello, Come si esce da questo libro e soprattutto quando?, Orecchio Acerbo, euro €14,00. Età di lettura: dai 5 anni). Le illustrazioni di Quarello sono di delicata finezza e accompagnano Hänsel e Gretel alla ricerca del punto da cui venir fuori dal libro, il loro cadere da una pagina all’altra nel linguaggio metanarrativo è un gioco di narrazioni, ogni pagina è la porta di un’altra pagina e di un altro racconto. «Siete qui per perdervi nei libri?» «no, ci siamo già persi in un libro. stiamo cercando di uscirne.» «certo, certo… leggendo un altro libro?» «c’è un altro modo di uscirne?». Le immagini di Quarello spingono a girare pagina, il piccolo lettore andrà avanti e indietro incuriosito dal semplice incastrarsi di favole diverse che portano con naturalezza a chiedersi quanto sia bello rimanere dentro un libro piuttosto che uscirne. Un viaggio dentro le fantasie più profonde dell’occidente attraverso la semplice arte del viaggio.
Un altro testo pubblicato da Orecchio Acerbo è di Anthony Browne (Tutto cambia, pag. 32, 25×30, euro 15. Dai cinque anni in su). Storia fantastica e realistica allo stesso tempo, dove l’immaginazione cambia lo sguardo, l’attesa dipinge le cose, arreda i mobili, colora le finestre; i bambini, quando aspettano, lo fanno non lasciando più intatte le cose, c’è nei loro occhi una quantistica dell’immaginazione potentissima. Browne sviluppa con pochi e immaginifici tratti l’interno di un appartamento moderno dove un bimbo sta aspettando che i suoi genitori tornino e allora nota che la casa si sta modificando, o almeno così gli pare; i disegni dell’artista di Sheffield sono essenziali ma visionari, hanno un impatto visivo di forte intensità. Ci si aggira nelle stanze dell’appartamento con la stessa curiosità con cui si precipita nelle pagine del libro di Quarello e Fehr. Si sta dentro un libro o dentro un appartamento presi da un senso di spazio vertiginoso che coinvolgerà i bambini, trascinandoli il più lontano possibile dai loro luoghi. Sono avventure di parole e di tanti piccoli quadri che si allargano a dismisura fino a fare del sogno una realtà capace di rendere il reale un’appendice da rendere più credibile. Due libri, dunque, che non solo si leggono ma si toccano, si capovolgono, si carezzano fino a quando saranno luoghi da abitare. Tutto questo, oggi, fa sì che i libri siano il migliore dei mondi possibili e altri non è necessario averne.