madonna libertà, di Daniele Dionisi (Biplane, 2021)

la recensione di Silvia Guberti

 

madonna povertà, madonna libertà

madonna_libertà_copertinaQuarant’anni passati, il pieno della maturità, l’ora di raccogliere quanto si è seminato; una vita professionale ai vertici – la direzione di una rivista online dopo anni di gavetta – la relazione con un uomo stabile – Dario – del quale è un sollievo poter prevedere i comportamenti; questa è la vita che Lucia Farina si è scelta e sudata e che l’ha portata a mettere chilometri tra la Roma dove è cresciuta e dove ha deciso di vivere: Milano.

Ma Roma porta ancora in sé gli echi del passato: la madre, figura eterea, permeata di amore cristiano per gli altri, ma incapace di comprendere a fondo i bisogni della figlia; un amore nato adolescenziale e feroce, appassionato, che non ha potuto salvare se stesso davanti al tempo che scorre.

 

“Il nostro era sesso pulito, animalesco, senza le sovrastrutture decadenti della perversione e della lascivia. Così lo vedevo allora.”

 

Sembra che il passato possa essere confinato in un angolo della memoria fino a quando quell’amore, che prende il nome di Adamo Schuster – detto Mad – non telefona irrompendo nuovamente nella vita di Lucia: «Luce, come stai? Puoi parlare? Lo so che è strano sentirsi dopo tutto questo tempo».

E venticinque anni sono davvero tanti. C’è la nostalgia, ci sono i ricordi che affiorano e la sensazione che in qualche modo quelle persone, quelle della memoria, non esistano più, forgiati dal tempo che passa, dalle esperienze diverse. C’è l’idealismo di Mad, votato alla causa di Madonna povertà, che forse è mutato in altro, che ha mutato lui.

Che cosa vuole Adamo da Lucia? Qual è il risarcimento di cui parla? Lucia sente che si tratta di qualcosa di importante.

 

Fare i conti con il passato

Quando il passato bussa alla porta, in alcune fasi della vita più che in altre, la tentazione può essere quella di cancellare ciò che c’è stato nel mezzo e tornare a una idealizzata età dell’oro, dimenticando la complessità delle esperienze maturate, il perché di determinate scelte. Eppure, anche fare i conti con chi siamo stati, con chi ha lasciato qualcosa nella nostra vita, sembra un inevitabile momento di crescita, un momento di catarsi. Chi sono diventati Lucia e Adamo in questi anni, se e che cosa possono essere ancora l’una per l’altro lo determinerà solo il confronto con la realtà di ciò che ciascuno è diventato, di cosa fa ormai parte della propria vita.

 

Esordio?

Se di esordio dobbiamo parlare – perché di questo tecnicamente si tratta – madonna libertà di Daniele Dionisi non lo dà a vedere. La scelta ardita di un punto di vista femminile, il linguaggio pulito associato a riflessioni sulla vita ben lontane dalle frasi acchiappa like dei Social, così profonde e intimamente condivisibili, fanno pensare all’opera di un autore già maturo dal punto di vista letterario, con alle spalle una seria riflessione su di sé e sugli altri. Daniele Dionisi ha qualità rare per un autore di romanzi alla prima esperienza: lo sguardo acuto, capace di guardare oltre i luoghi comuni, ne fa un indagatore eccellente dell’animo umano, quasi uno scopritore di bisogni.

Madonna libertà è uno di quei romanzi d’eccezione, in cui si mischiano nostalgia e realismo, si fanno i conti con le esperienze senza scadere nel patetismo. Un romanzo da leggere se si cerca un nuovo inizio a metà della vita: passato e presente non devono per forza essere in contrasto quando si è disposti a perdonare e perdonarsi.

 

madonna libertà, di Daniele Dionisi

Biplane, 2021

221 pagine, prezzo di copertina 14€

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