Intervista a Naike La Biunda
Quali sono i tuoi maestri (non solo letterari: cinema, musica, arte figurativa, ecc.)?
Questa è una domanda che viene posta spesso in questi contesti. Anche io, quando organizzavo eventi per il Centro di Poesia Contemporanea di Catania, mi ritrovavo quasi sempre a porre questa domanda ai poeti e alle poetesse che invitavo. Mi rendo conto però che non è semplice rispondere, almeno per me. Ho cominciato a leggere poesia (contemporanea) solo al secondo anno di università, quindi piuttosto tardi. Posso tranquillamente affermare che a 19-20 anni muovevo i primi passi nel mondo della poesia. E imparavo le prime parole. Se biologicamente ero diventata una donna, poeticamente ero appena nata. I bambini appena nati sono come delle spugne, assorbono e fanno proprio qualsiasi stimolo esterno, giusto o sbagliato che sia. Dico questo perchè devo ammettere che inizialmente rimasi affascinata da un tipo di poesia che oggi non riesco più ad accettare. Un nome fra tutti: Alda Merini. Già allora però, nonostante la fascinazione, sentivo che non c’era una piena corrispondenza, soprattutto dal punto di vista linguistico e ritmico. Cominciavo a rendermi conto che una poesia mi corrispondeva pienamente solo se “suonava”. Sentivo un sussulto più profondo solo leggendo e ascoltando alcune parole, alcuni suoni, alcuni silenzi. Uno dei primi poeti a farmi sussultare è stato Sereni e non serve aggiungere parola. Ecco, sicuramente uno dei miei “maestri” è Vittorio Sereni.
Se poi la domanda si riferisce ai miei maestri “in vita”, allora sicuramente penso a Milo De Angelis e Roberta Dapunt, per ragioni molto diverse e complementari.
Quali poeti della tua generazione senti affini (per temi e/o scelte formali)?
Per quanto riguarda i poeti e le poetesse della mia generazione, sento una particolare affinità con la poesia di Tommaso Di Dio. Più che affinità di temi e scelte formali, parlerei di affinità del sentire, della percezione. Quando leggo o ripenso alle sue poesie sento una fraternità percettiva. Come quando ascolto le canzoni di Bowie. Un mistero impossibile che corrisponde al mio.
Cosa cambieresti del panorama poetico di oggi?
Cosa cambierei del panorama poetico di oggi? Non cambierei nulla perché non mi interessa “il panorama poetico”, specialmente quello attuale. Sono interessata ai testi, ad alcuni testi, e ai veri poeti e alle vere poetesse. Il resto non è poesia. La vera poesia resiste e resisterà nel tempo, a prescindere da tutti gli errori del periodo attuale.
Se potessi scegliere un secolo e un contesto poetico, quale sarebbe? Cosa ruberesti?
Se potessi scegliere, se potessi scegliere un contesto poetico in cui vivere e scrivere e leggere, sceglierei l’Inghilterra della prima metà del Novecento. Penso che parte della poesia contemporanea conservi degli strascichi della poesia di quel tempo. Sto parlando anche qui di un sentire comune. Proprio come allora, anche oggi è un perenne cambiamento e in questo continuo mutare, così veloce e inarrestabile, ci si sente soli e ci si ritrova a riflettere sul senso del presente e del futuro. Forse di quel contesto poetico ruberei la libertà e il coraggio di dire e di mettersi in discussione.
Chi è Naike La Biunda
Naike Agata La Biunda nasce a Catania nel 1990. Laureata in Lingue all’Università di Catania con una tesi in traduzione, fonda, nello stesso anno, il Centro di Poesia Contemporanea di Catania, di cui è direttrice fino al gennaio del 2016.
Alcune sue poesie sono state pubblicate in riviste equotidiani online e cartacei, fra cui L’EstroVerso, Atelier e La Sicilia. Partecipa a numerose letture, eventi e festival in tutta Italia, fra i quali ParcoPoesia (Rimini), il Festival della Bellezza (Noto), VersoLibero (Fondi), Pordenonelegge (Pordenone), PoesiaFestival (Modena)
Ha curato e tradotto l’antologia di poesie della spagnola Raquel Lanseros, Fino a che saremo Itaca (CartaCanta, 2016). Ha tradotto il saggio di John Biguenet Elogio del silenzio (il Saggiatore, 2017) e Interviste sull’arte di Robert Storr (il Saggiatore, 2019). Nel 2017 pubblica la sua opera prima Accogliere i tempi ascoltando con la casa editrice LietoColle.
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