a cura di Graziano Gala e Gaia Giovagnoli

Intervista a Emanuela Rizzuto

Emanuela_Rizzuto_fotoQuali sono i tuoi maestri (non solo letterari: cinema, musica, arte figurativa, ecc.)?

«Io voglio scrivere così», è quello che ho detto alla vista de La firma in bianco. «Io voglio scrivere come dipinge Magritte». Nel dipinto, il pittore non ritrae interamente né la figura umana, né il cavallo, né il bosco, eppure lo spettatore riesce ugualmente a vedere quello che i propri occhi non hanno davanti. È grazie a questo dipinto che anni fa ho iniziato a cercare nella mia scrittura la capacità non di dire, ma di suggerire. Per motivi analoghi, un mio grande modello è il visionario Gabriel Garcia Marquez, esponente del realismo magico e, spostandoci nel tempo e nello spazio, il Dino Campana delle prose. Altri miei modelli sono Wystan Hugh Auden e Thomas Stearns.
Fondamentale è stato anche il cinema. Due registi che hanno orientato, e che continuano a orientare, la mia scrittura sono Jean-Luc Godard e Alejandro Jodorowsky, entrambi tesi a una lingua libera, che vuole uscire da se stessa e sperimentare tutte le proprie possibilità. In tal senso si inserisce anche Marguerite Duras, sia per quanto riguarda sceneggiature come Hiroshima mon amour, sia per alcuni i suoi romanzi.

 

Quali poeti della tua generazione senti affini (per temi e/o scelte formali)?

Tra i poeti della mia generazione, sento affini, specialmente per le scelte formali, Fausto Paolo Filograna, Riccardo Frolloni e Valeria Cagnazzo.

 

Cosa cambieresti del panorama poetico di oggi?

Mi piacerebbe che i poeti, con umiltà e senza presunzione, si aprissero al mondo, alle città, ai paesi, ai cittadini, alla vita nella sua quotidianità e attualità. In altre parole, mi piacerebbe che i poeti non scrivessero per loro stessi.

 

Quale pensi sia il ruolo di internet nella poesia contemporanea?

Internet riveste un ruolo fondamentale. È infatti il mezzo più efficace per far sì che la poesia si inserisca, con l’immediatezza dei nostri tempi, nei canali e nelle reti dove la gente trascorre buona parte della giornata, e ribadisca la sua importanza e la sua esistenza, specialmente in un’era in cui la lettura della poesia è poco considerata. Tuttavia, internet è anche un’arma a doppio taglio: non sono solo i poeti a poter raggiungere nell’immediato i propri possibili lettori, ma chiunque “poeta” si voglia definire. È sì, dunque, un utile strumento, ma da conoscere e dal quale bisogna saper difendersi. È per acquisire tali competenze, infatti, che ci si dovrebbe poter appellare a un sistema educativo che preveda nelle scuole lo studio della poesia di fine Novecento, così da garantire a ognuno quanti più strumenti possibili per saper discernere autonomamente tra le tante proposte che Internet offre e, a prescindere da un personale giudizio, essere in grado di individuare, e scartare, quantomeno ciò che non ha valore.

 

Chi è Emanuela Rizzuto

Emanuela Rizzuto nasce a Palermo nel 1995. Laureata in Lettere classiche, frequenta attualmente la magistrale di Italianistica presso l’Alma Mater Studiorum di Bologna. Dal 2015 collabora con il Centro di Poesia Contemporanea dell’Università di Bologna e nello stesso anno arriva tra i finalisti del concorso Certamen. Nel 2017 vince il premio nazionale Elena Violani Landi per la sezione “poesia inedita” con una raccolta di poesie e prose poetiche che nel 2018 viene pubblicata con il nome di Porta libeccio da CartaCanta Editore.  Il libro, recensito dall’ANSA e da diverse riviste come Carteggi letterari e dal sito Mangialibri, nel 2018 arriva finalista del Premio nazionale di poesia Solstizio e nel 2019 del Premio PordenoneleggePoesia. Alcune poesie, inoltre, vengono tradotte e pubblicate in spagnolo dal Centro Cultural Tina Modotti, altre compaiono su blog e riviste online come Interno Poesia, Critica impura, ARGO – Poesia del nostro tempo, Midnight Magazine, Carteggi letterari.  Un componimento viene adattato musicalmente e inserito nel cd Infinito 200 dell’etichetta discografica Neverland Records. È inserita nella nell’antologia Abitare la parola. Poeti nati negli anni Novanta (Giuliano Ladolfi Editore, 2019). Oltre che di poesia, si interessa anche di fotografia e di cinema. Nel 2017 alcuni suoi scatti sono stati esposti al primo Festival Internazionale della Fotografia del Mediterraneo – Marenostrum, altri sono stati pubblicati dall’ANSA e dal giornale La città di Salerno. Ha fatto parte, inoltre, della giuria di diversi festival cinematografici tra cui l’International Film Festival Youngabout e Visioni Italiane della Cineteca di Bologna. Nel 2017 riveste il ruolo di segretaria d’edizione e di aiuto regista per alcuni spot pubblicitari e cortometraggi. Ha scritto articoli e recensioni di film per il blog cinematografico Lascimmiapensa, per la pagina dell’Associazione Kinodromo e su Midnight Magazine ha pubblicato un articolo sul rapporto tra cinema e poesia.

 

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