recensione di Silvia Guberti
La meccanica dei corpi: cinque storie, cinque vite che scorrono, si impatanano, risalgono la china o si inabissano, mosse da passioni, pulsioni, dolori, aspettative, emozioni.
C’è Lucia, giornalista per il web, invischiata nella logica della viralità per conservare la propria autonomia e che, per farlo, arriverà a compiere l’indicibile;
Era questa la sua vita. Una centrifuga dove la nostalgia, il dolore e certi sogni lavorativi neppure si distinguevano.
C’è Armando, ottantunenne a cui il destino ha strappato troppo presto un figlio, scomparso nel nulla. È ancora possibile scoprire cosa è successo a Leonardo, anche quando il corpo è ormai un fardello che a fatica risponde agli stimoli?
Passò le giornate successive stravaccato, mentre il cane si affannava alla ricerca di qualcosa che pareva aver perduto in una vita passata e che non ne voleva sapere di saltare fuori. Si alzava solo per dargli da mangiare, farlo uscire in giardino, accendere il fuoco, bere un sorso d’acqua e fare pipì – le funzionalità di base della macchina in cui ancora era trattenuta la sua anima.
In Non passa invano il tempo, il protagonista ritrova una vecchia conoscenza dopo molti anni; un incontro apparentemente fortuito che lo porterà a esplorare i limiti dello spazio e del tempo, alla scoperta della traiettoria che consente di intravedere […] le vibrazioni che gli eventi passati lasciano nei luoghi dove sono accaduti.
C’è ancora Silvia che si ritrova con un marito che non riconosce più, tanto è cambiato a causa di un incidente.
Illuminato dalle luci intermittenti dell’albero di Natale – teneva la porta aperta per un residuo di timore infantile – il suo corpo sembrava diverso da quello che l’ambulanza aveva tirato su dal selciato. La lunga degenza l’aveva trasformato in altro.
Ne Il Signor Bovary, infine, un annoiato direttore di banca trova un’improbabile amante nella signora che fa le pulizie nella filiale in cui lavora. Certo, ci sono i rispettivi consorti, e due vite agli antipodi. Ma che cosa possono le differenze, per quanto abissali, di fronte al fuoco della passione?
L’amore, in fondo, era quel dubbio elementare: anche lei prova quello che provo io? L’indagine sulla. corrispondenza tra ciò che lui voleva e ciò che lei avrebbe voluto fondava il suo sentimento, lo definiva.
Storie molto diverse per ambientazione e voce, che hanno però come denominatore comune la ricerca del senso: dove hanno sede le nostre “umanità”. Dove avviene il click che inceppa la macchina uomo, c’è un ingranaggio che smette di funzionare? È possibile individuare il guasto nella struttura?
Davanti all’imprevedibile si cerca conferma in qualcosa di tangibile, anche sezionabile, se non con il bisturi, almeno con la ragione: la macchina corpo.
Si passa dalle atmosfere delicate di Fantasmi all’irriverenza de Il Signor Bovary, continuando a sentire il filo rosso che lega tra loro le storie, e che fa del libro di La meccanica dei corpi un’esperienza totalizzante, persino fisica.
Paolo Zardi ancora una volta dà prova di possedere la poliedricità del grande artista che tutto può raccontare, attraverso occhi differenti, una voce che riesce ad andare dal sublime all’infimo restando sempre autentica. Ci porta nel vortice del vissuto umano e ce ne accorgiamo solo quando ormai ci siamo completamente dentro. E vogliamo assolutamente sapere come va a finire.