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Reti nella rete

Incel, ossia involuntary celibate. Non sapete di cosa si tratti? Benvenuti nel club. E sì che internet è la mia casa madre: ho avuto il primo pc alle medie, un baraccone che occupava tutta la scrivania, ho maledetto il telefono di casa che squillava interrompendo la connessione e ho visto la nascita dei forum e il loro propagarsi. Stanze anonime, persone senza volto dietro nickname fantasiosi, intriganti, inquietanti. 

Incel quindi, che tradotto è: sono così brutto, così ripugnante, che nessuna donna vorrà mai avere a che fare con me e morirò vergine. È un tunnel da cui non si può uscire e che fa nascere un odio che nella rete trova l’humus per alimentarsi e propagarsi.

 

E allora si odia chi è più bello.

Si odia chi trova una donna con cui fare sesso.

Si odia chi non è costretto a fare i conti tutti i giorni con un corpo che minaccia la propria capacità di relazionarsi con gli altri. 

 

Il libro nero dei brutti

È questo il fenomeno con cui Paolo Gamerro fa selvaggiamente i conti ne Il libro nero dei brutti. Gli ingredienti sono: un forum, il disagio, le interconnessioni di menti che odiano come unico obiettivo e la vendetta come unica possibilità di scaricare almeno un po’ del proprio male di vivere sugli altri, su quelli belli, quelli che hanno successo, e anche sulle donne colpevoli di andarci con quelli belli, con quelli che hanno i soldi. In un mondo in cui ogni aspettativa edonistica pare loro preclusa, i protagonisti de Il libro nero dei brutti hanno un’unica chance di entrare in contatto con gli altri, di renderli empatici: far provare loro lo stesso dolore. È così che nella chat maturano i propositi di rivalsa più abietti e violenti, che si tramutano nell’ideazione di quello che vorrebbe essere un attentato terroristico. Sangue, corpi, materiali organici sparsi ovunque. 

Tra vomito, suicidi, autolesionismo, sgabuzzi ipossici, pianti e rabbia, si snodano le vicende dei protagonisti del romanzo, Boy, Ludo, Walter e Admin, il più brutto dei brutti, in un crescendo di deliri e allucinazioni che neanche i tentativi di ritorno a una vita “normale” possono zittire. 

Paolo Gamerro fa un viaggio da pugno nello stomaco all’interno della cultura incel, sporcandosi le mani e sbattendoci in faccia l’odio di chi nella vita non ha alternative. I personaggi sono lì davanti a noi, più reali dei nostri vicini di casa, a vomitarci in faccia il loro disprezzo e al contempo a elemosinare un briciolo di considerazione. Un libro da leggere perché tanto il tempo del declino arriva per tutti, le rughe, la pelle che non sta su, l’adipe di troppo, il metabolismo rallentato. Se pensate di essere immuni, leggete Il libro nero dei brutti: non si può scappare alla realtà della bruttezza. 

L’autore

Paolo Gamerro è nato a Tradate nel 1983. Ha esordito nel 2011 con Milano Horror (Chinaski Edizioni). Nel 2017 è uscito per Augh! Edizioni Sbiadire. Il libro nero dei brutti (ScatoleParlanti) è il suo terzo romanzo.

Scatole Parlanti, 93 pagine, prezzo di copertina: 13 euro.

Da bere con: fiumi di Tennent’s Super. Ghiacciata.

 

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