Muruaneq Cafè – Speciale Natale
di Davide Morganti
Il Natale è la neve e il freddo, la ricerca di calore e di felicità, spesso tutto è racchiuso in un libro, quello che trasforma una stanza in immaginazione e la propria vita in un sogno a occhi aperti. I racconti di Selma Lagerlöf (Il libro di Natale, Iperborea, pagg. 117, tr. it. di un laboratorio dell’Orientale di Napoli coordinato da Maria Cristina Lombardi, euro 15) sono ghiaccio e fuoco, camino e vento, la grande scrittrice svedese è una voce che non si spegne, che ci siano centri commerciali o botteghe artigiane quando comincia a scrivere le cose si trasformano.
“Vedete, devo dire che a Mǻrbacka una tradizione vuole che quando si va a dormire la vigilia di Natale si ha il permesso di avvicinare un tavolino al letto, metterci sopra una candela e poi leggere finché si vuole. Questa è la più grande di tutte le gioie del Natale. Non c’è niente di più bello che starsene lì sdraiati con un bel libro avuto in regalo”.
Leggendo la Lagerlöf arriva assai prima l’inverno e soprattutto dicembre con la sua forza che scoppietta piena di calore, la tradizione nordica è tutta nei suoi personaggi e sono tanto soli e tanto attratti da un mondo ora sovrannaturale ora sin troppo naturale; il Natale diventa il momento in cui il divino si incontra con l’umano, delle volte smarrendosi delle altre rimanendo nascosto. Nel racconto più bello della raccolta, “Il teschio”, si parla di Anders Öster della parrocchia di Svartsjö, nel Värmland, che vagò di casa in casa in cerca di qualcuno che cenasse con lui e la moglie senza che però qualcuno accettasse, portando infine a casa sua un teschio tirato fuori dal cimitero, la sua presenza rivelerà ad Anders e alla moglie qualcosa di meraviglioso. C’è un delicatezza che supera il dato macabro, la scrittrice svedese attraversa le sue storie passando per la bontà, non retorico artificio morale ma forza d’urto e di resistenza alla vita e alla morte; la narrazione, infatti, è di potente semplicità e se incanta i bambini attrae i grandi. Lo sguardo cambia così come successe al pastore che stava recandosi in chiesa per tenere la predica e si smarrì.
“A quell’epoca Delsbo era come adesso. La chiesa, la canonica, tutte le grandi fattorie e i villaggi erano a nord della parrocchia e intorno ai laghi di Dellen, mentre a sud c’erano solo montagne e foreste. Vedendosi circondato dal bosco, il pastore capì che si trovava ancora a sud e che doveva dirigersi a nord per tornare a casa. Ma si rese conto che era quello che proprio quello che non stava facendo”.
La Svezia, soprattutto la zona del Värmland, si fa luogo magico di un mondo che resiste al tempo anzi è parte del tempo e mai scomparirà, ecco allora che per Selma Lagerlöf il Natale è destinazione ultima – che supera la tragedia pasquale – pronta ad accogliere ogni affanno e ogni dolore, fosse anche piccolo come un bambino nella culla.
Il libro di Natale, di Selma Lagerlöf
Iperborea, 117 pag., prezzo di copertina: 15 euro