Un romanzo di Simonetta Caminiti
recensione di Silvia Guberti
La trama
1999. Diana ha diciassette anni e vive a Roma con i genitori e la sorella maggiore Khady, adottata quindici anni prima contro il parere dei più. Una gatta da pelare adottare una bambina con già qualche anno, un futuro di sicuri patimenti.
Invece Khady entra nella famiglia come una figlia di sangue: simile alla madre più della stessa Diana, bella, aggraziata, intelligente, il punto verso cui convergono gli sguardi di tutti. E se comprensibilmente Diana in qualche modo invidia la sorella, la ama al tempo stesso con tutta se stessa: lei, le sue contraddizioni, anche le estemporanee reazioni a eventi drammatici, incomprensibili.
Diana è scissa tra la tensione alla purezza e quella all’erotismo, che irrompe nella sua vita dopo un incontro fortuito con l’opera di Anaïs Nin. L’erotismo si fa allora letteratura, nella forma di racconto, di trasfigurazione del desiderato e del temuto. L’incontro con Filippo, anima spezzata e inquieta, potrebbe portare il cambiamento e far pendere l’ago della bilancia verso la concretizzazione di ciò che era solo sognato.
Il bacio
Il romanzo d’esordio di Simonetta Caminiti, uscito nel 2023 per Le trame di Circe in una nuova edizione rivista, ci catapulta indietro di vent’anni, a quel 1999 del Millennium bug, dove allo scoccare del nuovo millennio tutto sembrava possibile e al contempo inquietante. Le stesse inquietudini si ritrovano in Diana, adolescente in bilico tra passato e futuro, alla scoperta di chi è, con tutte le paure e le contraddizioni del caso. Una certa nostalgia percorre tutto il romanzo, una tensione tra ciò che avrebbe potuto essere e non è stato e ciò che invece è accaduto, con un epilogo in cui la protagonista, ormai trentenne, si confronta con quelle che era l’idea delle cose, con i sogni di un’adolescente alle prese con un futuro incerto e troppo grande.
Simonetta Caminiti ha dato vita a un romanzo pieno di cliffhanger, che rendono Il bacio una storia da leggere tutto d’un fiato, assaporando al contempo una scrittura ricca di tratti poetici. La lingua della Caminiti è musicale, anche inconsueta, e dà quello che promette: tante emozioni.