Sopravvivere ai margini senza smettere di ballare
Folle affanno, di Pedro Lemebel – Edicola Ediciones
La recensione di Stefano Bonazzi – 05/04/2022
Fare del proprio corpo una performance vivente e al tempo stesso un messaggio politico, questo l’impegno di un artista che, dalla fine degli anni Novanta fino al giorno della sua morte, non ha smesso di cantare e danzare le gesta degli ultimi.
Pedro Lemebel, performer, scrittore, poeta, protagonista della scena artistica cilena dai tempi della fondazione del collettivo artistico Las Yeguas del Apocalipsis (Le giumente dell’Apocalisse) in Folle affanno porta avanti il suo poema manifesto a sostegno di un Cile in contrasto al regime golpista in vigore all’epoca.
Seconda raccolta edita dai ragazzi di Edicola Ediciones, in una pregevole edizione tradotta da Silvia Falorni (a cui va riconosciuto il pregio di averne mantenuta intatta l’essenza originale di molte delle terminologie tipiche della lingua d’origine), Folle affanno racchiude al suo interno trentaquattro resoconti strazianti di iconiche locas (il concetto di loca racchiude il significato di omosessuale, transessuale, travesti; ma in spagnolo vuol dire anche “pazza, matta”) sfigurate da una vita in perenne bilico tra sofferenza fisica, psicologica e sfrontata goliardia. Un carosello decadente in pieno contrasto all’imperialismo economico del regime dittatoriale di Pinochet che ripudiava i propri freaks relegandoli ai barrios più malfamati.
Folle affanno è un viaggio nel disfacimento di valchirie in paillettes “mutilate e orgogliose”. Fenici con i muscoli in perenne sforzo per nascondere tra le natiche quei membri guizzanti di una sessualità in continuo divenire che tanto disgustava e tanto affascinava i giovani locali, assetati di liberazione ma terrorizzati da un clima di tossica mascolinità. Anime travagliate dall’HIV che non rinunciavano mai a un giro di danza mapuche neppure quando la malattia ne azzannava le carni riducendoli a fantasmi di pizzo dal respiro pesante quanto un lamento.
Quelle di cui ci narra Lemebel sono storie che attingono al dolore di un’esistenza stordita dagli eccessi, in cui ogni gesto è un atto di denuncia impulsiva verso un regime che negava le proprie minoranze ostentando una politica di prevenzione ipocrita e negazionista.
Una guerra combattuta sui marciapiedi all’esterno dei bordelli, ammiccante a una ribellione di piume e colori sgargianti in cui gli opposti si fronteggiano a colpi di bacino dritto e orgoglio trasfigurato, mentre si rincorre un corteo funebre per la morte di una prostituta travesti smarrendosi nella foga di una marcia politica. Ed è proprio questo perenne senso di confusione tra dolore e allegria, tra struggimento e frastuono a caratterizzare il tono dell’intera opera.
Lemebel dà vita a un registro aulico e strabordante, un carosello di metafore e paragrafi caleidoscopici in cui mischia l’eleganza di una prosa poetica con il dialetto del ghetto, dove una checca è solo un “pobre y maricón” (povero e frocio) e i presevativi usati si trasformano in chimere scintillanti, portatrici di morte e palcoscenici spenti.
L’intento poetico-politico di Lemebel, sempre in bilico tra biografia, giornalismo e poesia diventa quindi una lettura necessaria per inquadrare un decennio di sfarzo e perversioni dirette conseguenze di un regime che prosciugava la natura più autentica delle proprie icone. Condannando queste anime a meteore bidimensionali della canzone popolare, fenomeni da cabaret e attori dall’eterosessualità talmente esplicita ed esibita da perdere qualsiasi forma di credibilità, costretti ad adorare icone come Madonna o Liz Taylor, nascosti dietro i tendaggi dei loro camerini.
Folle affanno di Lemebel, così come la precedente raccolta Di perle e cicatrici, diventa quindi una lettura imprescindibile per conoscere le ferite e i fallimenti di una nazione che ha scelto di rifugiarsi nella violenza nascondendo le proprie colpe glitterate sotto le ceneri di un palcoscenico deserto.
Per un approfondimento sull’autore vi rimando all’articolo di Salvatore Bruno su Palin Magazine
Di perle e cicatrici di Pedro Lemebel. Cronache di identità e metamorfosi
Pedro Lemebel, Folle affanno
Edicola Ediciones
18 euro, 224 pagine