Vita da redazione centralinista – di Fabia Brustia
Mai come qualche tempo fa ho provato così tanta empatia per i poveri operatori di call centre. In questo nuovo post vorrei condividere un episodio capitato a una mia cara amica, social media manager di una casa editrice che pubblica principalmente narrativa italiana e straniera e saggi. Per rispetto della privacy e per evitare che questa anima pia sia rintracciata dall’autrice della telefonata – perché le precauzioni non sono mai troppe – chiameremo Caterina la fantomatica protagonista di questa breve scenetta.
È una splendida giornata di primavera e la redazione è un luogo particolarmente calmo (ovviamente il riferimento temporale è inventato per sviare la sopracitata gorgone telefonica) quando la nostra Caterina, ignara di ciò che si potrebbe celare dall’altro lato del filo, alza la cornetta del telefono.
[Momento di silenzio teso per far accrescere le aspettative del lettore]
Ad accogliere la sua orecchia ancora un po’ addormentata vi è la voce squillante di una lettrice delusa che, pensando di fare un grande favore alla casa editrice, ha pensato bene di chiamare per esprimere tutto il suo disappunto.
«Nel libro xxx c’è un ERRORE BLU!»
«Mi scusi?»
«Ma sì, un ERRORE BLU!»
«Si può spiegare meglio, per cortesia?»
«La frase ‘la madre non sapeva se lei sarebbe andata’ è condizionale! È un ERRORE BLU!»
«Ma signora, veramente dal punto di vista grammaticale non c’è niente che non vad…»
«LE DICO CHE È UN ERRORE BLU! UN ERRORE BLU! UN ERRORE BLUUUUU!!!»
[N.B. Lo stampatello maiuscolo non riuscirà mai a rendere tutta la potenza espressiva della voce “valchirieggiante” dell’interlocutrice, ma confidiamo nella fervida immaginazione dei lettori]
Epilogo: la frase non è stata (ovviamente) cambiata; Caterina ha un timpano in meno e una nemica in più.
P.S.: Ma che poi, cosa sarà questo fantomatico ERRORE BLU?!