di terra, di mare, di cielo – Barbara Cobianchi
Torino.
Nel pomeriggio di una domenica di primavera, un giovane atterra sul poggiolo dell’appartamento di Leo e Bart, al decimo piano di un palazzo nel cuore di Torino. Atterra, sì, piovuto dal cielo, legato a un lenzuolo rosso, e prende posto all’interno della vita dei due, cominciando dal divano: è qui che il giovane si accomoda, senza dire una parola, sfinito, e si addormenta mentre gli interrogativi nella mente di Leo e Bart non smettono di vorticare. Il primo, chiaramente, è: “Cosa dirà Sarg?”
Leo e Bart si sono conosciuti nell’ambiente universitario trent’anni prima, si sono amati, hanno sfidato le convenzioni di anni in cui amarsi, per persone nello stesso sesso, era quasi un crimine, a voler essere buoni una vergogna da coprire dietro le sembianze di un’amicizia “particolare”.
“Cosa dirà Sarg?”
Sarg la figlia, quella avuta ai limiti della legalità, quella che va e che viene, giovane donna alla ricerca di un suo posto nel mondo. È una domanda che non avrebbero motivo di porsi, Leo e Bart, perché così va la vita. Due giovani alla ricerca di qualcosa che forse non sanno cosa sia, ma sanno che dal fatto di trovarlo dipenderà il resto della propria esistenza. Ed è così che il giovane del lenzuolo rosso, che il fato ha voluto si chiamasse Saro e provenisse da quanto di più lontano da Torino possa esistere, si trova a ripercorrere con Sarg le tappe della vita di lei, in una mappa dei ricordi che diventa insieme ricerca di significato e medicina. Fino all’imponderabile: lo scontro con un’altra vita, un’altra coscienza, che rischia di minare per sempre ogni ricerca, ogni progetto futuro.
Amore, paura, etichette
Di terra, di mare, di cielo, parla d’amore certo, ma lontano dagli stereotipi romantici. L’amore è quello conquistato nonostante l’altro che disapprova, è quello che cuce addosso etichette anche a chi abbiamo attorno, e che a volte non basta a sopperire ai pregiudizi esterni. E parla anche di paura, che è paura di ciò che non capiamo, di ciò che sembra minare l’ordine costituito in un mondo che va troppo veloce, e in cui riusciamo con difficoltà a trovare punti di riferimento cui aggrapparci per mantenerci in equilibrio.
La penna di Barbara Cobianchi umanizza anche i sentimenti più difficili da condividere. Ogni personaggio, tratteggiato con cura e, direi, con amore, ci dà l’accesso a un universo intimo, personale, e da questa prospettiva riusciamo a comprendere anche le contraddizioni che possono albergare in uno stesso individuo, al di là del manicheismo. E ci si affeziona, li si vorrebbe accompagnare ancora a lungo, questi personaggi, per vedere se li abbiamo capiti quel tanto che basta per indovinarne il destino.
Semplificare senza essere semplicistici, questa è la grande sfida in cui Barbara Cobianchi riesce perfettamente.
L’autrice
Barbara Cobianchi, vive e insegna a Verona. Laureata in lettere classiche, ha frequentato la Scuola Holden di Torino. È già autrice del romanzo Il Codice Rolloni (2011, L’Autore Libri Firenze) e ha contribuito alle antologie 100 storie per quando è troppo tardi e 100 storie per quando è davvero troppo tardi (Feltrinelli).
di terra, di mare, di cielo, Barbara Cobianchi
Biplane Edizioni, 157 pagine, prezzo di copertina: 14,00 euro