di Davide Morganti
Al mondo, presto o tardi, tutto scompare, qualcosa talvolta riappare, che siano uomini, cose o animali e quando si tratta di animali il mondo si sbilancia, pende dal lato più scuro, sembra non sopportare la loro assenza, una mattina infatti ci si rende conto che sono spariti cani, gatti, furetti, cavie, tartarughe.
Quando entro in classe, mi basta guardare le facce dei miei compagni per capire che anche i loro animali non sono tornati a casa. E le cose vanno anche peggio, perché durante la notte ne sono scomparsi altri.
Lo dice il protagonista del libro di Luca Poldelmengo: Valerio e la scomparsa del professor Boatigre (Gallucci editore, pagg. 164, euro 10, edizione ebook 4,99). Secondo la maestra la causa è una misteriosa onda gravitazionale che ha investito la Terra, ma gli animali domestici – rassicura – torneranno; il problema è che pure il professor Boatigre è sparito. Valerio, un po’ emarginato fino a quel momento, si fa aiutare dalla sua amica Carlotta e da un cannocchiale dai poteri incredibili.
Quello di Poldelmengo è un gustoso mistery che vede protagonisti i bambini, lontani dagli adulti e dalle loro ottuse certezze. Il tempo, grazie al cannocchiale, diventa flessibile, malleabile, si trova su una carrucola che lo porta su e giù, più che magico è complice di Valerio e della sua amica. Le illustrazioni di Manola Caprini, il loro tratto dolce e infantile, vivo e stupito, accompagnano la storia che si incastra in modo deciso, tra colpi di scena e incomprensioni. Caprini tratteggia tutti i protagonisti con occhi grandi e sgranati che restituiscono il senso della ricerca e della meraviglia; perché il romanzo dello scrittore romano è una riflessione gioiosa su cosa voglia dire crescere, che non appartiene solo a un’età del nostro vivere ma a qualunque età se ogni momento è visto come indagine, ricerca, scoperta. Valerio, bambino spesso chiuso nel suo cosmo, osteggiato dai suoi compagni, ha lo sguardo fisso sul mondo e fa in modo che anche gli altri facciano lo stesso.
Non voglio perdere nemmeno un minuto. Mi chiudo in camera, tiro fuori il microscopio dalla scatola e lo metto sopra la scrivania. Con delle pinzette di metallo estraggo il reperto dal sacchetto. Carlotta sarebbe fiera di me se vedesse che ho preso questa precauzione. Poggio il reperto su un vetrino, quindi lo copro con un altro vetrino identico formando una specie di panino trasparente. Lo metto sotto alla lente. Accendo la luce del microscopio e appoggio l’occhio all’oculare: vedo solo una grossa chiazza chiara. Inizio a ruotare con molta cautela. le manopole che regolano la messa a fuoco. La chiazza diventa più nitida e da un lato scorgo un contorno scuro.
Ecco che il cannocchiale comincia ad allargare lo sguardo (come Caprini ha intuito), gli occhi di Valerio sono quelli di chi non si sottrae ma anzi va incontro al mondo pur avendo timore, cerca di metterlo a fuoco, di dargli nitidezza, questo è uno degli aspetti fondamentali del romanzo di Poldemengo che racconta con scrittura pulita, nitida il mondo di un bambino che ha compreso subito la necessità di non poter rimanere con gli occhi chiusi, il rischio è che alla fine si diventa ciechi non solo per guardare il mondo ma anche per rintracciare se stessi.
Età di lettura: dagli 8 anni
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