La grammatica in pillole – (suitable for vegans)
1 – L’uso delle maiuscole
Si scrive “gli inglesi” o “gli Inglesi”? “Il Papa” o “il papa”? “Via Roma” o “via Roma”?
Nella top ten degli argomenti su cui mi sono arrovellata, sia da scrittrice che da editor, un posto d’onore spetta all’uso delle maiuscole. Eh sì, perché se l’insegnamento della grammatica trent’anni fa era categorico – la maestra Angela non concedeva alternative, se non eri poeta non avevi scelte – nel corso degli anni tutto è diventato più sfumato. Anche la grammatica, seppur impercettibilmente, cambia (si pensi alla punteggiatura, all’uso sempre più ricorrente dell’imperfetto al posto del congiuntivo ecc.).
Dunque cerchiamo di ricapitolare le regole che stanno alla base della scelta tra minuscola e maiuscola, sempre tenendo in considerazione il fatto che ogni casa editrice compie delle precise scelte che uniformano la trattazione dei testi.
L’ortografia italiana prevede l’uso della maiuscola obbligatoria in due casi:
- Per segnalare l’inizio di un periodo sia in assoluto che dopo un punto fermo;
- Con i nomi propri.
Tuttavia la maiuscola può trovarsi anche all’interno di parola con le enclitiche reverenziali (es. Vorrei ringraziarLa) e in alcuni nomi esotici (es. baRotse, maKonde).
Nonostante queste regole sembrino dar poco spazio all’arbitrio, in realtà nell’ultimo secolo si è affermata una certa tendenza a utilizzare la minuscola invece della maiuscola anche per i nomi propri: si tratta di scelte stilistiche o, talvolta, pubblicitarie.
Normalmente la maiuscola si trova:
- Nei nomi di persona, nei soprannomi e negli appellativi antonomastici (es. il Recanatese per riferirsi a Leopardi, ma anche nelle designazioni di Dio e della Madonna, es. il Padre, la Vergine ecc.), nei nomi propri di animale. Si può invece fare una scelta stilistica per i concetti astratti personificati (es.Nella cala tranquilla|scintilla,|intesto di scaglia|come l’antica|lorica|del catafratto,|il Mare. – L’Onda, Gabriele D’Annunzio). L’appellativo che accompagna un antroponimo (nome di persona), è solitamente minuscolo (l’avvocato Giuliani), a meno che non ci sia un’intenzione reverenziale.
- Nei nomi di luoghi geografici, sia reali che immaginari. Nel caso di toponimi (nomi di luoghi) accompagnati da un nome comune, il nome comune può essere scritto tanto in minuscolo che in maiuscolo (es. Via Verdi, via Verdi); spesso tuttavia si preferisce la minuscola per evitare un sovraffollamento di maiuscole.
- I nomi di corpi celesti: (es. Marte, Venere, ecc.); hanno invece la minuscola sole, luna e terra se non si trovano in contesti scientifici.
- I nomi di feste: Ferragosto, Natale, Pasqua ecc.
- I nomi di secoli, di periodi storici, di eventi del passato importanti (il Cinquecento, il Seicento, l’Umanesimo, il Rinascimento, il Fascismo – inteso come periodo storico).
ATTENZIONE: ci sono numerosissime varianti derivate dalle scelte degli autori (ad es. Carducci parla di “trecento” e non di “Trecento”).
- I titoli delle opere, siano letterarie, cinematografiche, musicali, ecc. In italiano la maiuscola si limita all’iniziale della prima parola che compone il titolo.
- Le iniziali delle parole costituenti un acronimo (es. CGIL, NATO ecc.). Per quanto riguarda i partiti politici sono in voga diverse opzioni, che dipendono anche dalla quantità di volte in cui la sigla è citata in un testo (es. PCI, ma anche Pci e talvolta pci).
- I nomi dei punti cardinali quando indicano un’area geografica.
- Alcuni nomi che designano organismi pubblici o nozioni astratte, in contrapposizione a omografi che si riferiscono a casi differenti (es. la Camera dei Deputati/una camera d’albergo, la Borsa di Milano/una borsa firmata ecc.).
ATTENZIONE: dopo i tre puntini, dopo un punto esclamativo o dopo un punto interrogativo può esserci la lettera maiuscola o meno, a seconda che chi scrive senta un netto stacco, o una continuità tra la frase che precede e quella che segue.
UN CONSIGLIO: l’uso delle maiuscole, come si è detto, dipende anche dalle norme orto-editoriali della casa editrice. Se volete pubblicare con una certa casa editrice e fare un lavoro ben fatto, potete consultare i libri della collana per cui vi proponete e adeguarvi alle medesime norme utilizzate.
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PS: Prossimamente vi parlerò dei libri che uno scrittore di qualsiasi genere deve assolutamente avere!