Pensi di sapere tutto (o quasi) delle riviste che circolano in Italia, ti crogioli in questa sensazione di onnipotenza per poi accorgerti che no, non ne sai abbastanza. E te ne accorgi quando ti imbatti in una mail dai toni cortesi, di un certo Davide De Lucca, che in punta di piedi bussa e ti dice: “Ehi, ci siamo anche noi!”. A questo punto mi fiondo su Etsy e mi aggiudico un numero della rivista Digressioni – arte, letteratura, poesia, cinema, filosofia, fotografia, musica, scienza, storia, teatro. C’è proprio tutto, mi dico; almeno tutto quello che a me piace. E la tentazione di accedere a questo incrocio di saperi è troppo grande per poter resistere, per cui intervisto la redazione.
Come nasce Digressioni? (in 10 parole)
Per la necessità di creare rete fra autori e artisti.
Quante persone lavorano stabilmente alla redazione di Digressioni?
Il nucleo che lavora quotidianamente a “Digressioni” in questo momento è formato da circa sette persone, che includono il direttore responsabile e gli autori che si sono messi a disposizione per coordinare il lavoro. Oltre alla parte di scrittura, la redazione si occupa di valutare il materiale che viene proposto, organizzare e partecipare agli eventi, discutere modifiche e miglioramenti.
Siete arrivati al numero 10. Quanto conta la costanza nel raggiungimento del successo?
È stato un elemento chiave perché all’inizio prevale l’entusiasmo, ma nel lungo periodo è necessario mantenere delle scadenze e portare avanti il progetto anche quando sorgono difficoltà o ci sono problemi da risolvere, eventi da organizzare, richieste da evadere. Stabiliamo delle scadenze precise da rispettare il più possibile e questo ci permette di dare concretezza e continuità al progetto.
La scelta della rivista cartacea e a pagamento è coraggiosa: perché avete optato per questa soluzione?
La carta ci sembrava il supporto più adatto per pubblicare racconti, poesie e approfondimenti culturali per come li intendevamo, dare spazio a immagini e illustrazioni nel giusto contesto. Abbiamo scelto un formato piccolo e tascabile. Poiché stampare ha un costo, valutiamo accuratamente quello che inseriamo, quindi pubblicare su carta secondo noi è una garanzia per chi ci legge: i contributi vengono controllati, corretti e presentati nel modo migliore possibile. È una responsabilità e una soddisfazione allo stesso tempo per chi firma i contributi e può vederli stampati. Volevamo che la carta fosse un veicolo per avvicinarci al pubblico. Alcuni di noi hanno già esperienze editoriali, ma sentono il bisogno di essere a contatto con i lettori in modo più costante; altri trovano in “Digressioni” uno spazio per esprimersi liberamente o in modo diverso.
Quali caratteristiche deve avere un racconto per essere pubblicato su Digressioni?
Prima di tutto cerchiamo contenuti che siano ben scritti e curati nella forma. Nei racconti in particolare cerchiamo il giusto equilibrio tra una forma che invogli a leggere e un contenuto interessante, ma questa è una caratteristica che vale un po’ per tutte le pubblicazioni. In fondo sono giudizi personali, ma cerchiamo di coniugare il parere soggettivo all’obiettività. Premiamo anche il coraggio, se ci sembra opportuno, in fondo è quello che una rivista indipendente deve fare, ma discutiamo sempre all’interno della redazione. Per quel che riguarda gli approfondimenti culturali, apprezziamo un approccio che incuriosisca il lettore, che utilizzi il linguaggio appropriato, e che sia competente. Scartiamo immediatamente articoli scarsamente approfonditi o che ci ricordano temini di scuola superficiali. Molti articoli che pubblichiamo sono accompagnati da note e riferimenti bibliografici e questo contribuisce alla garanzia per il lettore, che può vedere che sono state fatte ricerche e sono state consultate fonti.
Perché pubblicare su una rivista?
La rivista concede una libertà che un romanzo, una raccolta di racconti o di poesie non permette. Consente di farsi conoscere dai lettori e di essere a contatto con loro in modo costante e periodico. Inoltre all’interno della rivista ci si confronta immediatamente con altri, si è incentivati a fare meglio e si crea una rete di rapporti professionali che in alcuni casi diventano amicizie. Si partecipa insieme alle presentazioni, e facendo gruppo a volte è più facile attrarre pubblico. Crediamo insomma che la rivista unisca le forze di chi scrive nel contesto di un ambiente spesso cinico e chiuso come quello della cultura e dell’editoria.
Come selezionate i vostri collaboratori?
Se si tratta di articoli, in base alla competenza e alle capacità di scrittura; per la parte di immagini in base a quello che ci trasmettono. Chi si assume il compito di scrivere di qualcosa, sa di dover padroneggiare bene la materia. In generale, c’è chi scrive saltuariamente e chi lo fa con costanza. C’è chi invia il proprio contributo regolarmente e magari non partecipa (per scelta) alla vita di redazione. In questo c’è massima libertà. Il gruppo di collaboratori fissi si è creato in modo naturale. Come detto, all’inizio c’è sempre molto entusiasmo, ma poi con le prime difficoltà c’è chi tende a ritrarsi. La selezione quindi avviene per affinità di punti di vista e di obiettivi, ognuno ha esperienze diverse, apparteniamo anche a generazioni differenti, ma di base c’è una volontà comune di collaborare a un prodotto di qualità e fare un passo alla volta. L’affiatamento è importante e anche la capacità di mettersi in gioco e confrontarsi.
Di sola rivista vive l’uomo?
Sì, assolutamente: con una rivista cartacea di cultura si hanno profitti da capogiro e si conduce una vita dissoluta. Seriamente la risposta è no. La rivista richiede tempo, quasi come un secondo lavoro, ma ognuno di noi ha una diversa occupazione per pagare le bollette. C’è chi scrive, fotografa, fa l’illustratore o il grafico in altri contesti e poi collabora anche con la rivista. I profitti sono solo rivolti a pagare le spese di stampa. I costi di una copia sono limitati e ci permettono di continuare a stampare in maniera totalmente indipendente, questo è importante, poiché la rivista non è legata a un editore, non contiene pubblicità e non riceve nessun tipo di contributo.
A cosa state lavorando adesso?
Terminato un numero, cominciamo subito la lavorazione di quello successivo secondo le varie tappe che abbiamo stabilito. Stiamo lavorando alla prossima uscita, la numero undici, che avrà come tema “radici” e sarà pronta a luglio. In parallelo organizziamo eventi legati alla rivista, presentazioni e letture, e partecipiamo a piccoli festival dove abbiamo il piacere di essere invitati e far scoprire “Digressioni”.
Come possono contattarvi i nostri lettori?
Sul nostro sito (digressioni.com) trovano tutte le informazioni, inclusi i punti vendita e il modo per acquistare una copia o un abbonamento online; possono contattarci alla mail info@digressioni.com e sulla nostra pagina Facebook e Instagram; sul nostro negozio on-line su Etsy possono acquistare delle copie o abbonarsi in totale sicurezza, e di recente le nuove copie sono in vendita anche sul portale di Frab’s Magazine frabsmagazines.com.